Il 17 agosto 2010, dopo un ricovero all'ospedale Policlinico Gemelli di Roma, Francesco Cossiga muore in seguito a un infarto e a vari problemi respiratori.

È la conclusione di una vicenda umana e pubblica unica, quella di un personaggio politico dal grande spessore intellettuale: eletto ottavo presidente della Repubblica il 24 giugno 1985, nasce a Sassari nel luglio del 1928 e vota presto la sua vita alla politica, iscrivendosi a 17 anni alla sezione cittadina della Democrazia Cristiana e guidando negli anni Cinquanta il gruppo dei cosiddetti "Giovani turchi" sassaresi che scala le gerarchie del direttivo provinciale del partito.

Poi la ribalta nazionale: deputato nel 1958, sottosegretario alla Difesa nel governo Moro (1966), ministro della Pubblica amministrazione prima e poi, nel 1977, ministro dell'Interno. Anni segnati dal terrorismo delle Brigate Rosse, che nel 1978 arrivano a rapire Aldo Moro. Per quel sequestro, vengono mosse a Cossiga accuse pesantissime, come quella di essere tra i depositari di molti misteri dell'Italia di quel periodo.

Nel 1979 diventa presidente del Consiglio dei ministri e nel 1985 presidente della Repubblica, carica che interpreta con risolutezza, facendosi promotore della riforma del modello di governo, in modo da renderlo più efficiente e moderno, anche ricorrendo ad argomenti forti, che gli valgono l'epiteto di "Picconatore".

Una tra le sue frasi più celebri: «Io non sono matto, faccio il matto. Io sono il finto matto che dice le cose come stanno».

(Unioneonline)

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