Maracanazo: è la sconfitta del Brasile contro l’Uruguay nel Mondiale del 1950 e ieri notte si è ripetuta nella finale della Copa America. L’Argentina ha violato lo stadio di Rio (1-0, Di Maria) e si è presa la Copa America. L’Italia deve compiere la stessa impresa stanotte a Wembley, lo stadio nazionale inglese, per riportare a Roma il trofeo già sollevato da Giacinto Facchetti il 10 giugno 1968 nell’Olimpico incendiato da migliaia di fiaccole. Ce la giochiamo l’11 luglio, che per gli azzurri è e rimane l’anniversario della notte di Madrid ‘82, nel ricordo di Pablito Rossi che ci ha lasciato sette mesi fa, contro l’Inghilterra che giocherà con il lutto al braccio per ricordare un altro grande attaccante di quel Mundial, Paul Mariner. E ce la giochiamo in trasferta, in uno stadio nel quale sventoleranno a migliaia le bandiere bianche con la croce di San Giorgio rossa e, chissà, magari qualcuna che su quella base aggiunge i Quattro Mori, immancabili sugli spalti ma anche in campo grazie a Nicolò Barella e in panchina con Salvatore Sirigu.

L’Europeo iniziato a Roma un mese fa è giunto alla fine del suo percorso: stasera un addetto dell’Uefa inciderà il nome del vincitore sul trofeo alto 60 cm e realizzato a Vicenza.

Riprendiamocelo!

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