Omicidio di Buddusò: la fuga, l’imboscata e il mistero del Sirai
Marco Pusceddu, il soccorritore di 51 anni di Buddusò, temeva per la sua incolumitàPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Marco Pusceddu aveva paura. Il soccorritore 51enne di Portoscuso ucciso nella notte tra il 7 e l’8 agosto nella sede dell’associazione Intervol, in via Nenni a Buddusò, temeva che qualcuno volesse fargli del male. Tanto che a febbraio aveva deciso di firmare le dimissioni, lasciare la coop “Sud Sardegna Emergenze” di Teulada, dove aveva lavorato per 9 anni, e trasferirsi a Berchidda dove era stato assunto come autista dall’associazione Intervol.
Sino al 28 aprile giorno della misteriosa aggressione in una piazzola di sosta dopo il distributore di Flumentepido, dove qualcuno gli ha spaccato la testa con un cric o una mazzetta da muratore.
Aver lasciato Teulada non è servito a salvargli la vita. L’agguato di Flumentepido è ancora avvolto da mille interrogativi. Chi lo odiava a tal punto da cercare di ucciderlo nel Sulcis per poi riuscire nell’intento a Buddusò? Sono pochi i dubbi sul fatto che i due episodi siano collegati. In tal caso, gli investigatori non starebbero cercando un killer solitario, ma anche un complice.
I misteri sull’omicidio partono il 27 aprile. Quel giorno Marco Pusceddu avrebbe cenato a Portoscuso, poi con una comitiva di amici avrebbe deciso di chiudere la serata in famoso locale di Carbonia.
L’articolo completo di Andrea Artizzu su L’Unione Sarda oggi in edicola e sull’App Digital