Visita lampo a Hong Kong del presidente cinese Xi Jinping, nel primo viaggio fuori dalla Cina continentale dopo l'autoisolamento di quasi 900 giorni legato allo scoppio della pandemia del Covid-19, per le celebrazioni dei 25 anni del ritorno dei territori sotto la sovranità di Pechino.

La sua missione è stata tenuta in gran segreto e confermata soltanto poche ore prima dell’arrivo nella ex colonia britannica dalla polizia locale.

LA VISITA – Alle 15 locali della giornata di ieri (le 9 in Italia), i media ufficiali hanno cominciato a dare notizia del treno speciale del presidente e della first lady Peng Liyuan arrivato nella stazione dell'alta velocità di West Kowloon. "Nel periodo passato, Hong Kong ha vissuto più di un serio test e ha superato più di un rischio e di una sfida", ha detto Xi all’arrivo. "Ero venuto qui cinque anni fa, durante queste cinque primavere e autunni ho sempre tenuto una grande attenzione su Hong Kong. Il mio cuore e quello del Comitato centrale del Partito comunista sono sempre stati con voi. Dopo le turbolenze, Hong Kong è rinata dalle ceneri ed è emersa con una robusta vitalità", ha aggiunto.

La legge sulla sicurezza nazionale, imposta a giugno 2020 da Pechino in risposta alle proteste del 2019, ha stroncato il dissenso con decine di attivisti in carcere, in esilio o sotto processo. Ma Xi ha rivendicato che "i fatti hanno dimostrato che il modello 'un Paese due sistemi' (che regola i rapporti tra la città e Pechino, ndr) ha una grande vitalità. Può garantire a Hong Kong stabilità e prosperità a lungo termine e difendere il benessere della popolazione".

L'ultima visita nell'ex colonia da presidente risale alla cerimonia del primo luglio 2017: nell'occasione Xi chiarì che "non ci sarebbe stata alcuna tolleranza" per azioni che potessero mettere in pericolo la sicurezza e la stabilità di Hong Kong e della Cina.

E la visita di oggi è la prova della forza del Pcc, "collante della nazione e spinta per il suo ringiovanimento", a maggior ragione in vista del congresso che in autunno affiderà a Xi un inedito terzo mandato da segretario generale.

IL DISCORSO – Mantenere il potere di amministrare Hong Kong "saldamente nelle mani dei patrioti è essenziale per salvaguardare la stabilità e la sicurezza a lungo termine" della città, ha poi scandito Xi Jinping nel suo discorso per i 25 anni della restituzione dei territori "alla madrepatria", ammonendo che "in nessun momento questo principio dovrebbe essere compromesso".

Proteggere il potere di amministrare significa proteggere la prosperità e la stabilità di Hong Kong, nonché gli interessi degli oltre 7 milioni di residenti, ha aggiunto Xi, ricordando che "è fondamentale garantire sia la giurisdizione complessiva da parte delle autorità centrali sia un elevato grado di autonomia".

LE REAZIONI INTERNAZIONALI – A Hong Kong in questi anni si è verificata "un'erosione di autonomia", il commento del segretario di Stato americano Antony Blinken sui 25 anni del passaggio di Hong Kong dalla Gran Bretagna alla Cina ."Il 1 luglio si celebra il 25esimo anniversario della consegna di Hong Kong alla Cina – ha ricordato Blinken – Questa data era stata concepita come la metà di un percorso di 50 anni verso l'autonomia nell'ambito della cornice 'Un Paese, due sistemi'. Eppure ora è evidente che le autorità di Hong Kong e Pechino non considerano più la partecipazione democratica, le libertà fondamentali e l'indipendenza dei media come parte di questa visione". "Gli Usa sono solidali con la gente di Hong Kong e si uniscono all'appello per il ripristino delle libertà promesse", la conclusione.

(Unioneonline/v.l.)

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