Continuano ad arrivare notizie allarmanti dall’Afghanistan tornato in mano al regime dei talebani dopo il ritiro delle truppe Usa e occidentali, terminato alla fine di agosto.

Una delle preoccupazioni principali delle organizzazioni per i diritti umani è quella per la sorte delle donne. Una condizione – quella femminile sotto i taliban – tornata a farsi talmente drammatica che alcune donne mediterebbero addirittura di togliersi la vita.

La denuncia arriva da Zahra Ahmadi, 32 anni, imprenditrice ed attivista afghana riuscita a fuggire da Kabul.

"Per le donne dell'Afghanistan iimpegnate nella lotta per i diritti civili- ha spiegato Ahmadi - la cosa peggiore adesso è la morte della speranza”.

"In questi giorni – aggiunge – quando riesco a parlare con alcune di loro percepisco forte il sentimento di impotenza e rassegnazione ed in qualche caso mi confessano apertamente di pensare al suicidio". 

La stessa Zahra racconta che lo scorso 14 agosto aveva partecipato ad una manifestazione di protesta contro l'avanzata dei talebani e per questo, quando gli stessi hanno preso Kabul, si è dovuta nascondere. 

"Quando ormai non avevo più speranze il console italiano in Afghanistan Tommaso Claudi e mio fratello Hamed mi hanno contattato e sono riuscita a lasciare il mio paese ed a salvarmi la vita. Ma sono angosciata per chi è rimasto”.

"Se arriviamo ad essere prigioniere a casa nostra, se le mura delle nostre

abitazioni diventano una gabbia questo per noi è inaccettabile e non possiamo pensare ad un futuro così, senza la libertà che avevamo. Meglio suicidarsi allora che restare in queste condizioni", l’amara conclusione di Zahra. 

(Unioneonline/l.f.)

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