Quello che si è registrato in questi giorni in Ecuador è già stato ribattezzato come il peggior massacro nella storia carceraria dell’America Latina. Sono 118 i detenuti morti – 6 sono stati decapitati – negli scontri avvenuti nella prigione di Guayaquil a partire da martedì e solo ieri sera la polizia ha ripreso il controllo della struttura.

"Tutto è calmo, i detenuti sono nelle loro celle", ha detto il comandante di polizia Tannya Varela, rivolgendosi alla stampa dopo l'operazione che ha coinvolto 900 agenti, di cui due sono rimasti feriti.

Intorno al carcere sono stati posizionati carri armati e soldati, e ci sono tantissimi parenti di prigionieri che attendono notizie dei loro cari.

Gli scontri erano iniziati quando gli appartenenti una banda stavano festeggiato il compleanno di uno dei loro leader e si vantavano di controllare la prigione, scatenando così la furia delle organizzazioni rivali nelle altre ali dell'edificio. Per la Procura "la lotta per il potere all'interno del carcere e l'intenzione delle autorità di trasferire i capi delle organizzazioni criminali in altre prigioni del Paese sono stati i fattori scatenanti". 

(Unioneonline/s.s.)

© Riproduzione riservata