La maggioranza di Emmanuel Macron trema. La sinistra radicale di Jean Luc Melenchon ha raccolto al primo turno delle legislative più voti con la sua colazione Nupes (tra il 25 e il 26%) rispetto ai partiti di governo riuniti sotto l’etichetta Ensemble! (25-25,8%).

Nel primo mandato Macron poteva contare su 341 seggi parlamentari, quota oggi irraggiungibile. Ma per il presidente è a rischio anche la maggioranza assoluta di 289 seggi, la forbice per il governo è fra i 275 ai 310, la gauche di Melenchon tra i 190 e i 210.

Astensione record, con l’affluenza più bassa della storia tra il 47 e il 47,5%. Con questi dati la chiave della vittoria è nelle "riserve di voti" sui quali può contare ognuno dei partiti. Tradizionalmente, le riserve di voti nel sistema delle legislative francesi sono più dalla parte dei partiti di centro quando, come nel caso attuale, hanno a che fare con due partiti piuttosto "estremi" a destra e a sinistra.

Il Rassemblement National non è riuscito ad approfittare del risultato di Marine Le Pen alle presidenziali, i suoi candidati hanno ottenuto tra il 18,5 e il 19,8%, quindi l’estrema destra potrà contare su un numero di deputati tra i 15 e i 30. Le Pen è stata eletta al primo turno nella sua circoscrizione. Nuova disfatta per i repubblicani, tra l’11,6 e il 14%.

MELENCHON

Il vincitore è il settantenne Melenchon, che è riuscito a riunire sotto la bandiera de La France Insoumise dai socialisti ai Verdi ai comunisti. Emozionato, ha lanciato un appello al popolo: “Per la prima volta un presidente che vince le elezioni, non riesce a vincere le legislative. Il presidente è battuto, disfatto. Adesso lancio un appello al popolo, riversatevi sulle urne domenica prossima”.

I RISCHI PER MACRON

“Abbiamo bisogno di una maggioranza forte e chiara”, ha detto invece la premier Elisabeth Borne, incaricata dalla coalizione Ensemble! di prendere la parola a nome dell'alleanza governativa dopo le elezioni. L'obiettivo della compagine macronista è quello di avere una maggioranza assoluta che consenta di portare avanti le ambiziose riforme illustrate in campagna elettorale. In particolare quella, mai riuscita finora in Francia, per aumentare a 65 anni l'età necessaria per andare in pensione. 

Secondo gli analisti il governo sarebbe “azzoppato” se dovesse contrattare con le altre forze parlamentari ogni proposta di legge, ancor più considerando che il primo gruppo d’opposizione è quello di Melenchon che sulle pensioni la pensa in maniera esattamente opposta e vorrebbe abbassare a 60 anni l’età pensionabile. L'ultima parola arriverà domenica prossima con il secondo turno, fondamentale per Macron ottenere i 289 seggi, per non diventare quello che negli Usa chiamano “anatra zoppa”. Il presidente dopo i risultati ha invitato il proprio campo politico all’“umiltà” in vista del secondo turno.

(Unioneonline/L)

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