La settimana appena trascorsa sembra essere stata caratterizzata dall’intenso dibattito sulle nuove posizioni espresse dalla Casa Bianca rispetto al conflitto russo-ucraino e, di conseguenza, rispetto ai negoziati di pace avviati direttamente tra Donald Trump e Vladimir Putin nell’assenza non solo dell’Ucraina, ma financo dell’Europa siccome, a dire dello stesso Presidente statunitense, in ben tre anni di conflitto, tanto l’Ucraina, quanto l’Unione Europea, nulla avrebbero concluso sul piano diplomatico per giungere alla pace. Circostanze, queste ultime, che parrebbero imporre attente riflessioni non solo sui mutamenti che repentinamente sembrerebbero maturare sul piano geo politico internazionale, e che sembrerebbero non considerare l’Unione Europea, Italia compresa evidentemente, quale Player di riferimento, ma anche sulla differente narrazione (se così la si volesse definire) che la attuale Casa Bianca parrebbe (il condizionale è d’obbligo) voler offrire sulle ragioni e sui torti che starebbero alla base del conflitto russo-ucraino e che potrebbe rivelarsi del tutto idonea a minare la fiducia dei cittadini europei nei confronti dei loro governi di riferimento. Intendiamoci: nulla quaestio sul fatto, in sé e per sé considerato, che il Presidente statunitense Donald Trump voglia negoziare un accordo per porre fine alla guerra russo-ucraina.

L’aspetto, probabilmente singolare, che in merito parrebbe emergere, sembrerebbe evidenziare una iniziativa, di carattere privatistico quasi, tra i due massimi esponenti di quelli che un tempo erano considerati i cosiddetti due Mondi: Donald Trump e Vladimir Putin. Fermo restando che, ad oggi, il vero ago della bilancia, sembrerebbe essere rappresentato dalla Cina di Xi-Jin-Ping, a formare una triangolazione perfetta tra i potenziali massimi centri di interesse. Un nuovo Mondo a tre sfere di influenza sembrerebbe approssimarsi. Al di là di quelli che potrebbero rivelarsi gli intendimenti delle parti coinvolte per la costruzione ed articolazione di un accordo tra Russia e Ucraina, dunque, quale forza potrebbe spiegare l’Unione Europea, nella persona dei Presidenti di ciascuna delle tre principali Istituzioni Europee (Roberta Metsola per il Parlamento Europeo, Antonio Costa per il Consiglio Europeo e Ursula Von der Leyen per la Commissione Europea), per far sentire la propria voce sul punto? La trattativa Trump-Putin può davvero minare in termini di sicurezza lo spazio europeo? Quale rinnovato ruolo potrebbe esprimere Vladimir Putin, e la sua Russia, non solo rispetto al conflitto in discorso, quanto piuttosto in merito al divenire politico e sociale del contesto storico di immediato riferimento e di nuova formazione? Quale potrebbe essere mai il ruolo riservato all'Europa nel suo complesso (Italia compresa che parrebbe invero, e probabilmente, non poter esprimere neppure un ruolo da “pontiere” attraverso la sua Presidenza del Consiglio, se non a rischio, ancora probabilmente, di indebolire le istituzioni europee nel loro complesso intese le quali, comunque, ben potrebbero non ratificarne l’operato se non altrimenti autorizzato) in quello che appare come un percorso diplomatico alternativo avviato dagli Stati Uniti? Donald Trump, al netto di ogni valutazione sull’ideologia manifestata nella circostanza, può essere considerato alla stregua di un mediatore imparziale ed equidistante tra le due parti? L’Unione Europea quale futuro può ritagliare per sè stessa come “complesso unico” sul piano economico, politico e militare? Tradotto in soldoni: l’Unione Europea può sostenere da sola l’Ucraina? Probabilmente a siffatto ultimo interrogativo può solo rispondersi negativamente. Se la situazione non dovesse mutare, potrebbe cristallizzarsi una ipotesi di accordo che vedrebbe da una parte Stati Uniti e Russia nelle figure soggettive, rispettivamente, di Donald Trump e Vladimir Putin, e dall’altra l’Ucraina di Volodimir Zelensky, che potrebbe verosimilmente trovarsi nella condizione di dover cedere quelle che sembrerebbero potersi considerare come risorse minerarie rilevanti agli americani quale garanzia per la tutela del proprio territorio. Tanto più allorquando, la stessa Casa Bianca si sarebbe (il condizionale è sempre doveroso) già espressa negativamente rispetto alla possibilità sia che l'Ucraina possa recuperare i confini esistenti anteriormente all’anno 2014, sia che la stessa Ucraina possa aderire alla Nato. Tempo al tempo dunque. L’Unione Europea unitariamente intesa deve poter far sentire la propria voce ed affermare il proprio ruolo nel contesto internazionale.

Giuseppina Di Salvatore – Avvocato, Nuoro

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