Kiev accerchiata, Mariupol allo stremo: la disperata resistenza delle città ucraine
Le sirene d’allarme continuano a risuonare nei principali centri dell’Ucraina. E ora l’offensiva russa si sposta verso ovest
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Per tutta la notte le sirene d’allarme hanno risuonato in varie zone dell’Ucraina, comprese quelle occidentali che finora erano state in gran parte risparmiate dall’avanzata delle truppe russe (qui la giornata di ieri). Leopoli è sotto attacco da ore, Kiev è accerchiata e Mariupol ridotta allo stremo. A Kherson il consiglio regionale ha respinto la possibilità di un referendum per l’indipendenza così da creare una Repubblica popolare come quelle nate nel 2014 e nel 2015 nelle province del Donetsk e del Luhansk.
"Gli invasori russi non possono conquistarci – ha ribadito ieri sera il presidente ucraino Volodymyr Zelensky – Non hanno la forza e lo spirito. Si appoggiano solo alla violenza, al terrore e alle armi".
I DATI – Attraverso i corridoi umanitari, solo nella giornata di ieri, sono state evacuate 12.729 persone, ma il presidente chiede aiuti e non soltanto militari. Dal 2 al 12 marzo 40.000 tonnellate di aiuti sono arrivati nel Paese: le scorte di beni essenziali non mancano e possono durare per mesi. Ma il premier Denys Shmyhal ha vietato le esportazioni di beni come farina, grano saraceno, carne, uova, olio, zucchero e altri prodotti di base.
GLI ATTACCHI – Numerose sono le aree a rischio: in questi 18 giorni di guerra, i soldati di Mosca avrebbero colpito almeno nove strutture sanitarie. Se la circostanza fosse certificata, si tratterebbe di una violazione delle norme umanitarie internazionali. Si teme per i civili e si teme che la Russia arrivi a usare le armi chimiche.
In mattinata è stato attaccato il centro internazionale per il mantenimento della pace e della sicurezza vicino a Leopoli. Il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, ha parlato di “attacco terroristico sulla pace e la sicurezza vicina al confine con Ue e Nato”. Ha precisato inoltre che "lì lavorano istruttori stranieri". "Informazioni sulle vittime sono in corso di accertamento", aggiunge il ministro – anche se un primo bilancio parla di 20 morti e decine di feriti -, che lancia anche un appello: "Serve agire per mettere fine a questo. Chiudete i cieli".
(Unioneonline/s.s.)