"Disprezzando l'uomo creato a sua immagine, lasciandolo in balìa delle onde, nello sciabordio dell'indifferenza, talvolta giustificata persino in nome di presunti valori cristiani, si offende Dio".

Lo ha detto Papa Francesco al Reception and Identification Centre dell'isola greca di Lesbo, l'area attrezzata per l'accoglienza dei rifugiati che ha sostituito il campo profughi di “Moria”, il più grande d'Europa fino al settembre 2020 quando è stato interamente distrutto da un incendio. Proprio qui il Papa era stato 5 anni fa. 

"Sono nuovamente qui per incontrarvi – ha detto rivolgendosi ai migranti -. Sono qui per dirvi che vi sono vicino, ma dirlo col cuore. Sono qui per vedere i vostri volti, per guardarvi negli occhi. Occhi carichi di paura e di attesa, occhi che hanno visto violenza e povertà, occhi solcati da troppe lacrime".

"Chiusure e nazionalismi - la storia lo insegna - portano a conseguenze disastrose", ha continuato: "È un'illusione pensare che basti salvaguardare se stessi, difendendosi dai più deboli che bussano alla porta. Il futuro ci metterà ancora più a contatto gli uni con gli altri. Per volgerlo al bene non servono azioni unilaterali, ma politiche di ampio respiro". La storia "lo insegna ma non lo abbiamo ancora imparato. Non si voltino le spalle alla realtà, finisca il continuo rimbalzo di responsabilità, non si deleghi sempre ad altri la questione migratoria, come se a nessuno importasse e fosse solo un inutile peso". 

"È triste – ha aggiunto – sentir proporre, come soluzioni, l'impiego di fondi comuni per costruire muri, dei fili spinati". Certo, "si comprendono timori e insicurezze, difficoltà e pericoli. Si avvertono stanchezza e frustrazione, acuite dalle crisi economica e pandemica, ma non è alzando barriere che si risolvono i problemi e si migliora la convivenza". Lo si fa “unendo le forze per prendersi cura degli altri secondo le reali possibilità di ciascuno e nel rispetto della legalità, sempre mettendo al primo posto il valore insopprimibile della vita di ogni uomo". 

"È facile trascinare l'opinione pubblica instillando la paura dell'altro", l’attacco. Perché invece, si chiede, “con lo stesso piglio, non si parla dello sfruttamento dei poveri, delle guerre dimenticate e spesso lautamente finanziate, degli accordi economici fatti sulla pelle della gente, delle manovre occulte per trafficare armi e farne proliferare il commercio?". 

"Non scappiamo via frettolosamente dalle crude immagini dei piccoli corpi di bambini stesi inerti sulle spiagge. Il Mediterraneo, che per millenni ha unito popoli diversi e terre distanti, sta diventando un freddo cimitero senza lapidi – è l’allarme lanciato -. Questo grande bacino d'acqua, culla di tante civiltà, sembra ora uno specchio di morte. Non lasciamo che il 'mare nostrum' si tramuti in un desolante 'mare mortuum', che questo luogo di incontro diventi teatro di scontro! Non permettiamo che questo 'mare dei ricordi' si trasformi nel 'mare della dimenticanza'. Vi prego, fermiamo questo naufragio di civiltà!".

(Unioneonline/D)

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