Papa Francesco dedica una parte dell’Angelus ai migranti, in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato.
"Ogni chiusura fa tenere a distanza - ha spiegato il Pontefice commentando il Vangelo di oggi - chi non la pensa come noi. Questo, lo sappiamo, è la radice di tanti grandi mali della storia: dell'assolutismo che spesso ha generato dittature e di tante violenze nei confronti di chi è diverso". 

"Non chiudiamo le porte alla loro speranza", ha aggiunto. "Occorre vigilare sulla chiusura anche nella Chiesa. Perché il diavolo, che è il divisore, questo significa la parola 'diavolo', insinua sempre sospetti per dividere ed escludere la gente. A volte anche noi, invece di essere comunità umili e aperte, possiamo dare l'impressione di essere 'i primi della classe' e tenere gli altri a distanza". 

Un principio che ha ribadito anche in un tweet sui canali social: "A tutti gli uomini e le donne del mondo va il mio appello a camminare insieme verso un noi sempre più grande a ricomporre la famiglia umana, per costruire assieme il nostro futuro di giustizia e di pace, assicurando che nessuno rimanga escluso".

"Oggi – ha concluso - la Chiesa è chiamata a uscire per le strade delle periferie esistenziali per curare chi è ferito e cercare chi è smarrito, senza pregiudizi o paure, senza proselitismo, ma pronta ad allargare la sua tenda per accogliere tutti, in un NOI sempre più grande”.

(Unioneonline/D)

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