«Temevo che il fiume ci travolgesse». Quando martedì scorso la tempesta si è abbattuta sulla provincia di Valencia, Alessio Pani era solo davanti al computer nella sua casa di Alzira, a poco meno di cinquanta chilometri dalla città. Pioggia torrenziale e blackout intermittenti hanno fatto pensare al peggio. «Il fiume Jucar attraversa la città ed era in piena: temevo potesse esondare da un momento all’altro», racconta il giovane programmatore di Terralba, arrivato in Spagna nel 2018. «Abbiamo passato ore terribili. Per fortuna durante la notte ha smesso di piovere ed è andato via via abbassandosi. Per fortuna a casa mia c’è stata solo qualche infiltrazione».

Ma l’allerta non è finita e Alessio pensa con angoscia agli amici della Catarroja e Paiporta, dove ha vissuto fino all’anno scorso. «Ho abitato a Catarroja, non sono ancora riuscito a mettermi in contatto con i miei vecchi vicini da casa, so che ci sono problemi anche con le linee telefoniche, ho sentito che stanno ancora lottando con l'acqua alta e col fango almeno così era fino a stamattina, quindi spero che si facciano sentire loro nelle prossime ore per dirmi che va tutto bene. I danni lì sono ingenti, ma io mi sento fortunato: non oso immaginare se fossi stato ancora a Catarroja cosa sarebbe potuto succedere».

A Valencia è presente il circolo dei sardi Shardana, che conta circa un centinaio di iscritti: «Abbiamo contattato tutti quelli della zona più colpita e stanno tutti bene, compresi amici e familiari», afferma il presidente Pierluigi Melis. Il circolo si è messo a disposizione per dare una mano tramite Facebook e WhatsApp. Stanno bene anche gli studenti sardi.

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