Veneto, altri 48 casi. Crisanti: "Lascio Zaia, si è affidato a chi dice che il virus è morto"
Il modello Veneto è in crisi: "Non voglio essere associato alle cose che stanno succedendo ora"Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Altri 48 casi di coronavirus sono stati registrati nelle ultime 24 ore in Veneto, dove la ripresa dei contagi sta riportando la Regione in una situazione di allarme. Un dato in linea con quelli degli ultimi giorni, in quel Veneto che con i suoi tamponi estesi e mirati era diventato un modello di gestione dell'epidemia in Italia.
Negli ultimi giorni in Regione i nuovi casi si sono riportati su cifre allarmanti, come testimonia anche l'indice Rt più alto d'Italia, a 1,61 secondo l'ultimo monitoraggio di ministero della Salute e Iss.
E Andrea Crisanti, simbolo del modello veneto, è a un passo dalla definitiva rottura con Luca Zaia. I rapporti tra i due si sono incrinati da tempo, ma ora il direttore del Dipartimento Medicina molecolare e Virologia dell'università di Padova, vuole lasciare il Comitato tecnico scientifico regionale.
"Questo - spiega in un'intervista al Messaggero - è il risultato della scelta di Zaia di affidarsi a persone che dicono che il virus è morto. E intanto gli ospedali tornano a riempirsi, nel mio eravamo arrivati a zero ricoveri ora abbiamo il reparto pieno.
"Bisogna fare i tamponi a tutti i migranti - sostiene Crisanti - ma si dà la colpa anche a loro, invece ci sono tantissimi italiani contagiati".
Ancora: "Mi viene da ridere quando qualcuno dice che il virus ha perso forza. Se circola meno, più difficilmente raggiunge i soggetti più fragili e scende la carica virale. Ma se tornano ad aumentare i contagi, tornano anche i casi gravi".
Poi parla della rottura con Zaia: "A un certo punto le esigenze politiche hanno prevalso sulle indicazioni della scienza, era necessaria una comunicazione che invitasse e prudenza e responsabilità, il Veneto ha avuto una politica di riaperture molto aggressiva".
Sta saltando anche quel modello di contact tracing che aveva reso il Veneto quel modello virtuoso da seguire per contenere l'epidemia: "La sorveglianza attiva era un concetto proposto da me, ora la maggior parte dei tamponi viene fatta tra il personale sanitario, tralasciando completamente il territorio".
Insomma, Crisanti sta per lasciare Zaia: "Non voglio essere associato alle cose che stanno succedendo oggi, il Veneto sta seguendo una linea opposta a quella in cui credo".
(Unioneonline/L)