Non ci saranno "pagelle" o "voti", ma anche professori e presidi andranno valutati.

L'atto di indirizzo per il 2022, ossia il documento che elenca le priorità politiche, firmato dal ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi indica che "occorre promuovere e potenziare l'attività di valutazione delle scuole, dei dirigenti scolastici e del personale docente" e a tal fine "è importante dare avvio a un processo di revisione e rafforzamento del Sistema nazionale di valutazione, quale strumento di accompagnamento delle istituzioni scolastiche".

Dunque si lavora, spiegano fonti del dicastero, alla valorizzazione e formazione del personale e al miglioramento della valutazione del sistema scolastico nel suo complesso, però non con l'obiettivo di assegnare "voti", ma per "garantire una sempre maggiore qualità dell'offerta formativa proposta a studentesse e studenti".

In questa direzione, il ministero prevede anche il potenziamento del corpo ispettivo, come sostegno alle scuole e alla loro autonomia. Bene la valutazione e la "meritocrazia", ma non con l'Invalsi, mettono le mani avanti i sindacati.

Il Sistema nazionale di valutazione, cui il documento fa riferimento, è composto, oltre che dal contingente ispettivo, anche dall'Invalsi. Il modello dei test standardizzati è stato spesso criticato, talvolta anche boicottato dagli studenti.

"L'Associazione nazionale presidi - ha dichiarato il suo presidente, Antonello Giannelli - è sempre stata favorevole alla valutazione del personale. Purtroppo nel nostro Paese la cultura della meritocrazia dei dipendenti pubblici non è sempre praticata. Ma dubito che l'Invalsi possa essere utilizzato a questo scopo. È uno strumento diagnostico, serve per decidere la metodologia didattica da utilizzare nelle scuole. Dai risultati degli studenti non è direttamente deducibile il valore del professore".

Secondo Giannelli "è necessario dare un ruolo maggiore ai presidi e ai comitati di valutazione interni alle scuole", già previsti da qualche anno anche nelle scuole italiane, composti da docenti e dal preside: sarebbero utili per una sorta di valutazione dall'interno, "collegiale".

Occorre, inoltre, ha sottolineato Giannelli, potenziare il contingente ispettivo: "Servirebbe un ispettore ogni 10 scuole (quindi 800 persone), mentre sono 40 di ruolo e una sessantina temporanei". 

(Unioneonline/F)

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