Smart working, calcio, eventi di massa e spostamenti tra Regioni: si lavora già al prossimo decreto
L'attuale scade il 15, esecutivo già al lavoro per le prossime misurePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
L'ultimo decreto è stato approvato appena due giorni fa e scade il 15 ottobre, ma il governo - con in contagi in continuo e inesorabile aumento - già lavora al prossimo.
Nuove misure per frenare la crescita dei contagi, evitare un nuovo lockdown nazionale e proteggere i settori prioritari, che sono i servizi essenziali, le attività produttive e le scuole. Cercando allo stesso tempo di avere il minore impatto possibile sulla vita delle persone. Ma non è semplice, ed "è chiaro che un impatto ci sarà", ammette una fonte dell'esecutivo.
Manca ancora il dettaglio delle misure, ma si sta ragionando su un pacchetto di interventi ben definito. A partire da chiusure localizzate "chirurgiche e tempestive, dove necessario", come conferma il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa. Zone rosse locali per circoscrivere il virus: dureranno 14 giorni, se nel frattempo la situazione sarà migliorata i divieti verranno rimossi, altrimenti verranno prolungati ed estesi alle aree circostanti in caso di peggioramento.
Si ragiona su un rafforzamento dello smart working, facendo in modo che tutti coloro che possono lavorare da remoto evitino di raggiungere uffici e posti di lavoro, perché bisogna "fare ogni cosa per limitare il contatto tra le persone ma anche la loro circolazione". Sempre per questo motivo potrebbero essere previste delle limitazioni ai trasporti pubblici, ripristinando una capienza massima oltre la quale non si può andare.
Ancora, uno stop agli eventi di massa, chiesto dal Cts e ribadito nel monitoraggio di Iss e ministero della Salute. Significherebbe limitazioni per spettacoli all'aperto, manifestazioni sportive, fiere, appuntamenti che prevedono migliaia di persone ma anche feste e cerimonie private. Si ragiona ancora su una possibile riduzione degli orari dei locali, così come una rimodulazione dei protocolli per gli sport di contatto.
Infine, un altro ritorno al passato. Il divieto di spostamento tra le regioni: "In questo momento non può essere escluso nulla, ma non escludere interventi non significa chiudere ma essere pronti ad ogni intervento".
(Unioneonline/L)