Era la notte tra il 15 e il 16 aprile 1973 quando la casa di Mario Battei – segretario della sezione locale del Movimento sociale italiano – è stata divorata dalle fiamme, tristemente passate alla storia come “Rogo di Primavalle”. A provocare l’incendio doloso, un gruppo di militanti di Potere Operaio. Così in quel terzo piano di via Bernardo da Bibbiena, sono morti i due fratelli Virgilio e Stefano Mattei, di 22 e 8 anni.

«Il 16 aprile di 50 anni fa l'Italia e Roma hanno vissuto una delle pagine più buie della storia nazionale». Così la premier Girogia Meloni in un messaggio inviato al presidente dell'Associazione Fratelli Mattei, Giampaolo Mattei, per la cerimonia di commemorazione del 50esimo anniversario della strage. Per la presidente oggi è necessario «tenere viva la memoria di quanto accaduto, per evitare il pericolo di ricadute e condurre l'Italia verso una piena e vera pacificazione nazionale». A causare la morte dei fratelli Mattei, l'odio nei confronti dell'avversario politico. Ma quello di Primavalle non sarebbe un episodio isolato. «Alla strage – continua la premier – è seguita una lunga catena di morte e dolore che ha insanguinato le nostre città, ha distrutto intere famiglie e ha segnato per sempre la vita di tanti nostri connazionali, lacerando il nostro tessuto sociale e contribuendo a spalancare le porte all'abisso del terrorismo».

E oggi, dopo 50 anni, il dolore continua a pulsare nei cuori di chi ha vissuto momenti tragici e delicati, che non vanno dimenticati. Proprio per questo l'Associazione Fratelli Mattei, dalla sua fondazione, tiene accesa la “fiammella” della memoria. «Dovrebbero farlo anche tutte le forze politiche, le Istituzioni, le agenzie educative e la società. Dobbiamo trasmettere un messaggio di tolleranza e rispetto alle nuove generazioni», conclude la Meloni.

(Unioneonline/v.f.)

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