Un ragazzo di 19 anni a processo a Mantova con l’accusa di atti sessuali su minore per aver messo incinta la sua fidanzata, una ragazzina di 13 anni.

La vicenda risale a due anni fa e ora l’imputato di anni ne ha quasi ventuno, mentre la fanciulla, oggi 15enne, ha dato alla luce una bimba.

I due, entrambi italiani, vivono assieme a casa dei genitori di lui, in provincia di Mantova, e ieri si sono presentati insieme in tribunale, mano nella mano, per l’udienza preliminare. 

Da quanto si apprende i due ragazzi avevano intessuto una relazione nata dalla frequentazione che le due famiglie, amiche da anni, avevano. C'erano anche legami di parentela acquisita tra i due: sono, infatti, cognati visto che un fratello e una sorella sono marito e moglie.

Galeotta sarebbe stata una vacanza trascorsa insieme d'estate. A fare il primo passo, ha sempre sostenuto la giovane, era stata proprio lei, senza far minimamente caso alla differenza d'età.

La ragazzina allora frequentava le scuole medie e pare siano stati proprio i professori a segnalare ai servizi sociali il suo caso quando rimase incinta.

La ragazzina fu anche ascoltata dai carabinieri e nonostante avesse detto che non vi era stata alcuna violenza ma solo amore tra loro, fu aperto un procedimento d'ufficio nei confronti del ragazzo per quella relazione che si configurava come un atto sessuale su una minorenne.

«A sconfessare la violenza - ha dichiarato all'uscita dal palazzo di giustizia l'avvocato Giovanni Gasparini, di Mantova, che difende il ragazzo - è stato lo stesso atteggiamento dei ragazzi, mano nella mano. Una situazione molto tenera che dimostra come siano innamoratissimi e compongano una famiglia molto unità».

«Questa - ha aggiunto il legale - è una vicenda molto particolare. La legge stabilisce dei limiti al di qua dei quali si pone l'illiceità. Questi imiti, però, devono essere precisi e determinanti. Ma questo solco dell'illiceità è difficile da stabilire. Spetta a noi avvocati fare emergere la peculiarità del caso e distinguere tra fattispecie penale astratta e realtà. Se il fatto - ha concluso - fosse avvenuto solo 8 mesi dopo la ragazza avrebbe avuto 14 anni e sarebbe stato lecito».

(Unioneonline/l.f.)

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