Proseguono le indagini della procura di Roma sulla vicenda di Hasib Omerovic, il 36enne precipitato il 25 luglio scorso dalla sua abitazione a Roma nel corso di una perquisizione delle forze dell'ordine.

Al vaglio degli inquirenti –  ieri a piazzale Clodio si è svolto un vertice per fare il punto sull'attività istruttoria – ci sarebbero 8 posizioni. Quattro, relative a tre agenti e una funzionaria, riguardano le persone che quella mattina di luglio sono entrate nell'appartamento di via Gerolamo Aleandri, nel quartiere Primavalle. Gli inquirenti hanno già cominciato a sentire, come persone informate sui fatti, alcuni agenti, poi sarà la volta dei quattro, per il momento non indagati.

Bisognerà capire anzitutto perché gli agenti abbiano deciso di effettuare una perquisizione senza un mandato dell'autorità giudiziaria. Una attività che può essere svolta solo quando si è in cerca di armi o droga. Nel caso di Omerovic invece sembra che la decisione di recarsi in via Gerolamo Aleandri fosse legata alle voci che da qualche tempo giravano nel quartiere e a quei post pubblicati su profili social in cui Omerovic era additato come molestatore di donne.

Un barista che lavora a poca distanza dal palazzo dove abitavano gli Omerovic aveva avvisato la sorella, proprio poche ore prima dei fatti, che qualcuno ad Hasib "gliela voleva fare pagare mandandolo all'ospedale". Non è da escludere, quindi, che alle forze dell'ordine siano arrivare delle segnalazioni di cittadini. I testimoni ascoltati nelle scorse settimane hanno raccontato anche di un episodio, avvenuto alcuni giorni prima del drammatico volo: dopo una serata di festa in piazza alcune ragazze sarebbero state avvicinate e importunate per strada dall'uomo.

Quanto alla perquisizione, nell’appartamento sono state trovate tracce di sangue, forse dovute ad una colluttazione violenta, su cui gli inquirenti potrebbero disporre anche una perizia. Tracce ematiche evidenti sono state rinvenute anche su alcune lenzuola, sulla porta della stanza in cui, secondo il racconto della sorella, l'uomo si era chiuso forse per paura.

Sono, intanto, in lento ma costante miglioramento le condizioni del 36enne, da settimane ricoverato al Policlinico Gemelli. Il quadro resta complesso, alla luce anche delle tre operazioni a cui è stato sottoposto, ma per i medici non è più in pericolo di vita tanto che è stato "allentato" il regime di coma indotto. 

(Unioneonline/D)

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