Il "fascino della politica" c'è, ma Pier Silvio Berlusconi ha intenzione di continuare a fare l'imprenditore. È quanto emerge dalla serata di presentazione dei palinsesti Mediaset in cui molte domande della stampa sono, inevitabilmente, arrivate su una sua possibile discesa in campo dell’amministratore delegato Mfe, dopo che alcuni retroscena lo davano ad un passo dalla politica. Ma lui ha smentito pur dicendosi affascinato e levandosi poi qualche sassolino dalle scarpe  quanto all'intitolazione dell'aeroporto di Malpensa al padre, dove ha messo nel mirino la Lega e attaccato il sindaco Sala. Quindi un’altra bacchettata alla proposta del partito di Salvini di aumentare i limiti di affollamento del tetto pubblicitario della Rai, per abbassare il canone, che definisce "un pasticcio".

«Tutto ciò che viene intitolato in onore di nostro padre a noi fa piacere – il commento su Malpensa – . Le polemiche mi hanno infastidito e lasciano il tempo che trovano», spiega precisando che i figli non sono però stati coinvolti nell'operazione e sono stati informati solo a cose fatte. Per questo le modalità dell'intitolazione «non penso che siano state perfette, nei tempi, nei modi, è evidente che si sarebbero accese le polemiche». Ma ancora peggio è chi «fa polemica sulla polemica» come il sindaco Beppe Sala, critico sulle modalità dell'intitolazione annunciata da Matteo Salvini dopo il via libera di Enac, che pochi giorni fa si è rivolto direttamente a Marina Berlusconi, invitandola a prendere posizione. «Mi fa abbastanza ridere - commenta Pier Silvio -. Sala scrive a mia sorella sui social, a lui dico 'dì se sei favorevole o no'. Non rompere». E poi lo invita ad occuparsi di Milano che «è un disastro».

Proprio l'intervista della sorella Marina al Corriere della Sera offre lo spunto per altre riflessioni, visto che la primogenita dell'ex premier aveva dichiarato di sentirsi più vicina alla sinistra sul tema dei diritti civili. È una difesa importante quella dei diritti civili, secondo Pier Silvio Berlusconi, «che ci ha tramandato mio padre» e che non sono «né di destra né di sinistra» ma una «battaglia di modernità e civiltà».

Quindi la frecciata alla Lega e alla sua proposta di aumentare i limiti di affollamento del tetto pubblicitario Rai, così da abbassare il canone: «È un pasticcio assoluto. La morte dell'editoria italiana - conclude -. Distruggerebbe il mercato».

(Unioneonline/v.l.)

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