Dopo un calvario durato tre anni e mezzo Patrick Zaki è tornato in Italia.

L'attivista egiziano è arrivato nel pomeriggio a bordo di un Boeing 737 di EgyptAir decollato dal Cairo e atterrato all'aeroporto di Milano Malpensa.

«È il giorno più importante della mia vita, ci vediamo a Bologna», ha detto ai cronisti appena toccato il suolo italiano.

Ad attenderlo la fidanzata Reny Iskander, la sorella Marise, il rettore dell'Università di Bologna Giovanni Molari e la professoressa Rita Monticelli, che sono saliti su un van con lui per portarlo a Bologna dove ha ricevuto la pergamena della laurea che ha conseguito a distanza il 5 luglio.

«Finalmente sono qui, è un sogno che si avvera dopo tutti questi anni. Non ci sono parole che possano descrivere come mi sento – ha detto lo studente -. Bologna è la mia seconda casa: ho goduto di molto sostegno, ho visto questo sostegno in tre anni e si è visto anche al Cairo. Ringrazio le autorità italiane ed egiziane, le ong, la società civile, i vertici dello Stato italiano fino alla presidente del Consiglio. Voglio riprendere la mia carriera universitaria e come difensore dei diritti umani. Per qualche giorno andrò al Cairo, ma poi tornerò a Bologna. La mia è stata una storia di successo, ma in Egitto ci sono ancora centinaia di persone in prigione, chiediamo che vengano rilasciate. Meritano la grazia presidenziale come me». Poi l’appello: «Giustizia per Giulio Regeni».

«Bentornato Patrick, è bello riaverti qui, riabbracciarti dopo un po' di anni e vedere la tua immagine nelle nostre stanze – le parole del rettore Molari, accogliendolo -. Finalmente sei qui in carne ed ossa, dopo telefonate private, incontri online. È bello averti qui con noi in persona. L'università è luogo di pluralismo e libertà, luogo al di sopra delle parti. Sono stati tre anni difficili, tre anni drammatici. Ora è il momento della festa. Da te abbiamo imparato a resistere».

(Unioneonline/D) 

© Riproduzione riservata