Secondo la Procura di Roma, sarebbe stato il fidanzato di Pamela Mastropietro, la diciottenne romana uccisa e fatta a pezzi nel gennaio del 2018, ad aver spinto la ragazza, ancora minorenne quando stavano insieme, verso la droga.

Per il delitto della giovane lo scorso 29 maggio è stato condannato all'ergastolo il pusher nigeriano Innocent Oseghale.

La notizia è riportata dal "Corriere della Sera".

Il pm ha chiesto la condanna a sei anni e sei mesi di carcere per Andrei Claudiu Nitu, 21enne romeno, accusato di cessione di sostanze stupefacenti, tentata induzione alla prostituzione di minorenne e circonvenzione d’incapace.

I due hanno avuto un rapporto durato dieci mesi tra il settembre 2016 e il mese di giugno 2017.

È stata la mamma di Pamela, Alessandra Verni, a denunciare Nitu: secondo l'accusa, la ragazza non si era mai drogata prima di conoscere il giovane.

Sarebbe stato lui a cederle l'eroina, per poi tentare di farla prostituire.

L'avrebbe inoltre spinta a rubare da casa apparecchi e oggetti preziosi con l’obiettivo di rivenderli per intascare del denaro per comprare la droga.

La Procura ha sottolineato che, fino all’ultimo giorno in cui i due sono stati insieme, Nitu si sarebbe approfittato della "deficienza psichica di Pamela, in quanto affetta da un disturbo da uso di sostanze stupefacenti in un contesto di disturbo borderline della personalità".

(Unioneonline/F)
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