"Luana era bella, buona e umile. Era contenta del lavoro che svolgeva anche se poi tutti i lavori possono pesare, anche i più leggeri, ma le piaceva lavorare. Era bella, solare, amava la vita, non litigava. Era solare, si vede dalle foto, anche su Facebook. Aveva tanta voglia di lavorare per costruirsi un futuro perché era fidanzata da due anni".

E’ il ricordo straziante di Luana D’Orazio, la giovane operaia di 22 anni morta nel tragico incidente sul lavoro a Montemurlo, in provincia di Prato, nelle parole della madre, Emma Marrazzo.

La giovane, da poco mamma, lavorava in una ditta tessile, ma – per circostanze al vaglio delle forza dell’ordine – è stata risucchiata da un macchinario in movimento. Una disgrazia che non le ha lasciato scampo. "Luana aveva studiato all'Einaudi", istituto professionale di Pistoia, "poi al terzo anno ha interrotto, perché è nato il bimbo”, ricorda la mamma, distrutta, parlando con i cronisti. 

Poi la frammentaria ricostruzione dei drammatici momenti dentro lo stabilimento. "Mia figlia Luana non ha detto nulla, i colleghi hanno solo detto che non l'hanno vista più alla macchina dove lavorava. La tragedia è grande – ha aggiunto Emma Marrazzo – non solo per me ma anche per i datori di lavoro". 

"La titolare della ditta mi ha chiamato - ha detto ancora - poverina, è distrutta. La ditta si chiama come mia figlia e la proprietaria si chiama come mia figlia. E' tanto dispiaciuta, ha detto che non sa come ha fatto, com'è successo".

Luana, racconta poi la madre, “era contentissima di aver fatto la comparsa in un film di Pieraccioni (Se son rose, del 2018, ndr). Era stata contattata tramite una nostra amica, aveva fatto il casting ed era stata presa".

"Credo – ha concluso amara – che le sarebbe piaciuto lavorare in quell'ambiente e, magari diventare famosa. Ma non così”.

(Unioneonline/l.f.)

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