Intossicazione alimentare per i commensali di un pranzo organizzato a Verbania per la festa di San Sebastiano, patrono della polizia locale. Ad accusare i sintomi 28 dei 35 ospiti, vigili urbani in servizio o in pensione, sindaci e assessori dei comuni del Verbano-Cusio-Ossola e del Novarese, che avevano mangiato alla mensa di Villa Olimpia, realtà sociale nella quale lavorano anche persone detenute nel carcere cittadino.

Le indagini sono condotte dai carabinieri. All'origine dei disturbi, come riporta La Stampa, potrebbe esserci un lassativo versato nello spezzatino con purè servito agli ospiti della tavolata. Sul davanzale esterno della finestra di un locale di servizio del ristorante sarebbero state ritrovate due boccette del purgante vuote per metà. Nessun altro ospite del locale, eccetto quelli seduti al tavolo della polizia locale, si sarebbe sentito male.

Nessun problema nella conservazione degli alimenti sarebbe emerso dal sopralluogo compiuto dai Nas dopo la segnalazione dell'accaduto. Nessun disturbo neppure per chi non ha consumato il piatto di carne. «Sono veramente dispiaciuto per l'accaduto - spiega il comandante della polizia locale di Verbania, Andrea Cabassa -. Non è stata una goliardata: si deve riflettere prima di rischiare di fare del male a qualcuno. Al tavolo c'erano anche persone fragili, avanti con l'età e con problemi di salute». Nei prossimi giorni, annuncia Cabassa, alcune delle persone che sono state male sporgeranno querela.

«Il ristorante Gattabuia desidera esprimere il proprio più profondo dispiacere per il disagio vissuto dagli agenti e dai loro ospiti», si legge in una nota del ristorante di Verbania.  «Se delle responsabilità ci sono state, ci impegniamo ad assumercele. Riteniamo fondamentale sottolineare che la nostra struttura è sempre stata e continua a essere fortemente impegnata nel garantire un servizio di qualità, grazie alla professionalità e alla dedizione del nostro staff».

«A seguito dell'accaduto - prosegue la nota - abbiamo collaborato pienamente con le autorità competenti, in particolare con i Nas, al fine di chiarire ogni aspetto della vicenda. Le indagini sin qui svolte non hanno evidenziato alcuna correlazione tra l'episodio e le procedure operative del nostro ristorante. Abbiamo immediatamente chiesto al nostro fornitore la verifica della qualità di tutte le materie prime utilizzate durante il pranzo in questione», fornitore che «ha avviato con solerzia una procedura di verifica interna ancora in itinere». L'accaduto, conclude la nota, «al momento riteniamo non sia ancora chiaro».

(Unioneonline)

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