Hasnain Danish, lo zio di Saman Abbas, ha confessato al fratello minorenne della ragazza di averla uccisa, ma non gli ha voluto dire dove ha nascosto il corpo. La testimonianza è ritenuta dal Gip "piena prova indiziaria" della responsabilità dello zio nell'omicidio e il giovane, che ora si trova in una comunità protetta, è "particolarmente credibile".

Del corpo "io gliel'ho chiesto - ha raccontato - in quanto volevo abbracciarla un'ultima volta. Lui mi ha risposto di non potermelo dire". Sempre il giovane ha raccontato della reazione del padre, al rientro dello zio: "Si è sentito male e ha iniziato a piangere, stava quasi per svenire per mia sorella". 

"Secondo me – ha aggiunto – l’ha uccisa strangolandola, anche perché quando è venuto a casa non aveva nulla in mano. Mi ha minacciato di non dire nulla ai carabinieri, altrimenti mi avrebbe ucciso”.

LA LITE, LA FUGA E LO ZIO CHE “SISTEMA TUTTO” – La sera del 30 aprile Saman aveva tentato di fuggire e ha avuto una lite furiosa con i genitori, emerge dall’ordinanza di custodia in carcere del gip di Reggio Emilia per cinque indagati, padre, madre, zio e due cugini della ragazza.

Saman e i genitori, è stato ricostruito, hanno urlato, lei li ha insultati: "Dammi i documenti", ha detto la ragazza al padre. Lui le ha chiesto se voleva sposare qualcuno e lei ha detto che voleva solo andare via e non sposare qualcuno. Poi ha preso le sue cose ed è fuggita. Il padre allora

ha chiamato lo zio perché la riportasse a casa. Lo zio è successivamente ritornato, dicendo che era tutto “sistemato”.

"Proseguono le ricerche dei resti della persona offesa, che purtroppo riteniamo sia deceduta. Non darei nessun riscontro positivo a quello che ha detto il padre, abbiamo appurato che in Belgio non c'è la ragazza", ha detto la procuratrice di Reggio Emilia Isabella Chiesi. Il padre della giovane, dal Pakistan, aveva detto a un giornalista che Saman è viva, che si trova in Belgio, e di averla sentita. 

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“OMICIDIO PREMEDITATO” – La Procura contesta la premeditazione del delitto, il cui esecutore materiale si ritiene sia lo zio della vittima. Che, secondo la Procura, si trova in Europa: “Vi è molta collaborazione da parte di Francia, Spagna, Svizzera. Hanno i nominativi e sanno chi devono cercare”. L’uomo è ricercato così come un cugino di Saman mentre un altro cugino, Ikram Ijaz, è stato arrestato domenica scorsa a Nimes, in Francia. Sarà consegnato all’Italia. I genitori della ragazza si trovano invece in Pakistan.

Saman Abbas era tornata l'11 aprile a casa, per recuperare i suoi documenti, dopo che da novembre era stata in una comunità protetta. Ma il 22 aprile si è rivolta ancora una volta ai carabinieri per denunciare i genitori che non volevano consegnarglieli e cercavano di costringerla al matrimonio combinato.

Il 5 maggio l'assenza della giovane e dei genitori, partiti per il Pakistan il primo maggio, è stata scoperta quando i militari sono andati a fare una perquisizione nella casa, proprio con l'obiettivo di recuperare i documenti. 

“UCCISA PERCHE’ NON SI PIEGAVA AI PRECETTI DELL’ISLAM” – “E’ certo – si legge nel provvedimento del gip Luca Ramponi – che i genitori avessero programmato di ucciderla per punirla dell’allontanamento dai precetti dell’Islam e per la ribellione alla volontà familiare nonché per le continue fughe da casa. Si deve quindi ritenere che nel chiamare lo zio, che tutti i familiari sapevano essere un uomo violento, per sistemare le cose, abbiano accettato il rischio che la uccidesse. Nell'istigare lo zio a risolvere la questione avrebbero in sostanza acconsentito all'esito omicidiario in ragione delle proprie intime convinzioni etiche e religiose". 

(Unioneonline/L)

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