A Lecce ventidue persone sono state rinviate a giudizio per aver messo un "like" a un post di Facebook in cui si insultava un carabiniere che aveva sequestrato la moto di Marco Antonio Giannelli, 33 anni, figlio del boss Luigi.

Tutte sono accusate di diffamazione aggravata a mezzo Internet.

I fatti risalgono al mese di novembre del 2013, quando il giovane centauro era stato fermato per strada per un controllo da un brigadiere della compagnia di Casarano vicino alla città pugliese.

Il militare aveva verificato che il mezzo era senza assicurazione, quindi ne aveva disposto il sequestro.

Allora Giannelli aveva pubblicato sul social network la foto del carabiniere durante il controllo, accompagnata da un messaggio di offese in cui si augurava la morte dell'uomo.

Un post che aveva ricevuto like, condivisioni e molti commenti a favore, tanto da spingere il brigadiere a sporgere querela.

Le 22 persone coinvolte dovranno presentarsi il prossimo 5 novembre davanti al giudice monocratico del tribunale di Lecce.

(Unioneonline/F)
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