Un imprenditore della ristorazione di Lodi ha presentato richiesta di porto d’armi perché, ha motivato, «per via della mia attività giro sempre con molto denaro in contanti e non mi sento sicuro».

Ma la Prefettura prima e il Tar poi hanno bocciato la richiesta, non ravvisando particolari e gravi pericoli per la sua incolumità e sottolineando che l’uomo potrebbe limitare i rischi semplicemente evitando di girare con somme “liquide”, per avvalersi invece di «metodi alternativi», come ad esempio il Pos. 

La vicenda è finita alla ribalta delle cronache e anche su alcuni siti di news, come il Corriere. 

Secondo quanto riferito, l'uomo, che gestisce alcuni bar e pasticcerie, dopo il primo “no” avrebbe presentato ricorso, ma il tribunale amministrativo della Lombardia ha confermato le motivazioni del diniego della Prefettura.

In particolare, il giudice Antonio Vinciguerra ha sottolineato che «il porto e la detenzione delle armi non costituiscono oggetto di un diritto assoluto, rappresentando invece un’eccezione al normale divieto, potendo essere riconosciuto soltanto a fronte della perfetta e completa sicurezza circa il loro buon uso, in modo da scongiurare dubbi o perplessità, sotto il profilo prognostico, per l’ordine pubblico e per la tranquilla convivenza della collettività».

(Unioneonline/l.f.)

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