Mentre la Pfizer rivede al rialzo (95% e non 90%) l'efficacia del suo vaccino, il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri predispone il piano per la distribuzione e l'inoculazione.

Entro fine gennaio in Italia saranno disponibili 3,4 milioni di dosi, che verranno somministrate ai primi 1,7 milioni di italiani. Arcuri in un documento inviato ai governatori ha chiesto alle Regioni di inviare, entro il 23 novembre, la tabella con numero e denominazione di ospedali e Rsa.

Saranno i primi luoghi ad essere salvaguardati perché, si legge nel documento, "hanno rappresentato il principale canale di contagio e diffusione del virus". Per questo "si potrebbe prevedere nella prima fase di somministrare il vaccino direttamente nelle strutture ospedaliere e, tramite unità mobili, nei presidi residenziali per anziani".

"Per gli altri vaccini in arrivo, destinati invece a tutte le altre categorie di cittadini, saranno previste modalità differenti di somministrazione, in linea con l'ordinaria gestione vaccinale". attraverso una "campagna su larga scala" grazie "ai drive-through, a partire da persone con un elevato livello di fragilità".

I presidi ospedalieri scelti per la somministrazione delle dosi, si legge ancora, "dovranno essere in condizione di vaccinare almeno 2mila persone in 15 giorni". Le strutture dovranno avere anche disponibilità al loro interno di congelatori che permettano temperature fino a -75 gradi.

Intanto l'Oms mette in guardia: i vaccini "non arriveranno in tempo per combattere la seconda ondata, passeranno almeno quattro o sei mesi prima che ci siano livelli sufficienti di immunizzazione ovunque", ha ammonito il capo dell'emergenza Covid dell'Oms Michael Ryan. "Dobbiamo capirlo e renderci conto che questa volta dobbiamo scalare questa montagna senza vaccini".

(Unioneonline/L)
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