«Mia figlia Saman è viva».

Lo ha detto Shabbar Abbas, arrestato quattro giorni fa nel natio Punjab dopo un anno e mezzo di latitanza. Il 46enne è accusato dalla Procura di Reggio Emilia, diretta dal procuratore Gaetano Calogero Paci e dai carabinieri, di omicidio, sequestro di persona e soppressione di cadavere in concorso con altri quattro familiari.

Nelle scorse ore si è conclusa l’udienza a Islamabad: Shabbar era con l'avvocato al quale sono stati concessi sette giorni per prendere visione della documentazione arrivata dall'Italia, che ne ha chiesto l'estradizione. 

A Novellara intanto è ripreso il sopralluogo dei periti nel luogo dove potrebbe essere sepolta Saman Abbas, scomparsa nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 da Novellara: il cadavere – trovato venerdì in un edificio diroccato non lontano dalla casa dove viveva la famiglia della 18enne pachistana – è in una buca, a una profondità di oltre due metri. 

Ora partono le operazioni per rimuovere il corpo. L'incarico è stato conferito all'anatomopatologa Cristina Cattaneo e all'archeologo forense Dominic Salsarola. I periti dovranno recuperare ed esaminare i resti e gli altri reperti emersi dallo scavo in Strada Reatino, dentro un edificio diroccato, inclusa la terra rimossa. Dovranno poi accertare le dinamiche e l'epoca dell'occultamento, le cause e i tempi della morte anche con esami tossicologici e infine se si tratti di Saman: avranno due mesi di tempo per consegnare le conclusioni

Proseguono infine le ricerche di Nazia Shaheen, madre di Saman e latitante dal primo maggio 2021. 

(Unioneonline/D) 

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