"Ho visto Angela Celentano", una testimone riapre il caso
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Una nuova testimonianza potrebbe riaprire il caso di Angela Celentano, scomparsa il 10 agosto 1996 a soli 3 anni durante una gita in famiglia sul monte Faito, in provincia di Napoli.
"Era lei, la piccola scomparsa di cui parlavano tutti. Quell’uomo la chiamava Angelita! Voleva che la seguisse e se la portò via", afferma quella che potrebbe essere una teste chiave, una donna romana tra i 30 e i 40 anni.
All'epoca dei fatti aveva parlato con la polizia, ma la sua segnalazione non aveva avuto seguito.
Ma ora che la pista messicana diventa sempre più concreta, questa segnalazione potrebbe essere decisiva.
"Doveva essere settembre, a Roma faceva ancora caldo. Il caso era successo da poco, quell’estate o la precedente. Il viso della piccola sorridente era sempre in tv e sui giornali. Ero sull’autobus che ancora porta dalla Casilina alla Tuscolana, il 558, e d’un tratto li vidi", ha dichiarato la testimone.
Aggiungendo che la piccola si trovava insieme a un uomo straniero "trasandato, un po’ scuro di pelle, alto circa 1 metro e 75", mentre la bambina indossava "un abito traforato e sandaletti bianchi, capelli scuri sulle spalle, era seduta, imbronciata".
I due erano scesi poi al quartiere di Centocelle, vicino a un campo rom.
"La somiglianza era forte e mi colpì la diversa estrazione, non potevano essere padre e figlia", ha sostenuto la donna.
La stessa sera dell'avvistamento aveva allora avvertito la polizia: "Due poliziotti del commissariato di Centocelle la mattina dopo vennero a trovarmi nell’istituto di formazione dove frequentavo un corso di informatica, in via Alessandro Della Seta, per mostrarmi la foto. L’immagine era scura, su un foglio bianco, tipo fax, ma la riconobbi. Ribadii più volte che l’uomo parlava spagnolo: avevo fatto il linguistico e gli accenti li riconoscevo bene".
Oggi la donna ha confermato la sua disponibilità nei confronti degli inquirenti: "La mia telefonata di allora immagino sia stata registrata e sono pronta a presentarmi di nuovo alla polizia per deporre".