Furbetti del cartellino, assolto il vigile che timbrava in mutande
Prosciolto nell'udienza con rito abbreviato l'agente della Polizia locale "pizzicato" a timbrare il cartellino in mutande per poi tornare a casaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Alberto Muraglia, il vigile che timbrava il cartellino in mutande e tornava a casa, finito sotto inchiesta nell'indagine sui furbetti del cartellino di Sanremo, è stato assolto con rito abbreviato nell'udienza preliminare.
Il procedimento si è chiuso con dieci assoluzioni, 16 rinvii a giudizio e altrettanti patteggiamenti. Tra le accuse contestate ai furbetti c'è anche quella di truffa ai danni dello Stato.
Attimi di tensione all'uscita dall'aula: "Andate aff... mi avete rovinato la vita", ha urlato una donna.
Per il sostituto procuratore Grazia Pradella "l'impianto accusatorio vede una sostanziale conferma in sedici patteggiamenti e altrettanti rinvii a giudizio. Per quanto riguarda gli abbreviati leggeremo con attenzione le motivazioni e decideremo il da farsi anche perché su queste posizioni vi erano prove che la Procura ha considerato importanti e di spessore. Valuteremo con estrema serietà, così come con estrema serietà sono state considerate le prove fotografiche e documentali".
La data di inizio processo, per chi ha scelto il rito ordinario, è stata fissata al prossimo 8 giugno.
IL VIGILE IN MUTANDE - Quanto al vigile in mutande, è grazie a una disposizione del comandante della polizia locale che Alberto Muraglia è stato assolto "perché il fatto non sussiste". L'uomo doveva timbrare dopo aver aperto il mercato e in abiti borghesi.
Nominato custode del mercato ortofrutticolo, si svegliava alle 5.30 per aprire i cancelli e prendeva servizio alle 6. Un compito che svolgeva in cambio dell'alloggio a titolo gratuito nello stabile del mercato. Quindi apriva i cancelli, timbrava e rientrava nell'alloggio per indossare la divisa.
(Unioneonline/L)