Dopo 5 anni e 10 mesi finisce oggi il debito con la giustizia di Roberto Formigoni.  L'ex governatore della Regione Lombardia ha scontato la condanna per corruzione per la vicenda Maugeri-San Raffaele.

Nonostante rimanga la sensazione di aver subito «un'ingiustizia», ora «sono felice e anche di salute sto benissimo» racconta all'ANSA.

Dopo 5 mesi nel carcere di Bollate, Formigoni aveva ottenuto prima gli arresti domiciliari e poi l'affidamento in prova ai servizi sociali nell'ottobre 2022 con attività di volontariato, ossia corsi di italiano per le suore straniere che accudiscono gli anziani all'Istituto Piccolo Cottolengo-Don Orione di Milano.

Adesso il Tribunale di Sorveglianza di Milano dovrà dichiarare formalmente l'estinzione della pena e per cancellare le pene accessorie, come l'interdizione dai pubblici uffici che non permette una candidatura alle elezioni, Formigoni dovrà poi chiedere la riabilitazione.

Anche perché continuano a circolare voci proprio di una sua candidatura alle prossime elezioni europee di giugno: «Ho molto tempo per decidere» frena Formigoni che ha avuto già delle interlocuzioni con Forza Italia e Fratelli d'Italia. Il suo campo da gioco rimane il centrodestra: «Sono sempre stato un cattolico popolare che si ritrova nei valori del Ppe - spiega - amici, vecchi elettori e dirigenti di partito mi stanno chiedendo di tornare ma non ho nessuna urgenza di decidere e non lo farò né entro fine mese né entro fino anno».

Discorsi rimandati al 2023, anche perché «ormai le campagne elettorali durano un mese. Dunque ho tempo almeno fino a marzo per pensarci. Prima - commenta - ascolterò e andrò anche a Roma per respirare l'aria del Parlamento» e soltanto dopo «prenderò in esame le proposte e risponderò con serietà».

Ma anche senza una candidatura in Europa Formigoni si dice pronto a dare il suo contributo: «La politica mi interesserà finché campo e continuerò a impegnarmi anche in forme diverse, magari partecipando a convegni o manifestazioni». 

(Unioneonline/D)

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