Sono troppo "ricchi", quindi non hanno diritto all'indennizzo previsto dal fondo per le vittime di reati intenzionali e violenti.

Questo è quanto i genitori di David Raggi, 27enne di Terni ucciso nel 2015 da un cittadino marocchino ubriaco, si sono sentiti rispondere davanti alla loro richiesta di accesso al risarcimento istituto dalla legge 122 dello scorso 7 luglio.

Quando è morto, David aveva cominciato a lavorare da un anno, e aveva un reddito pari a 13.500 euro, mentre la legge italiana ha fissato come soglia di accesso al fondo quella di 11.500 euro.

Una "limitazione gravissima e incostituzionale" dice il legale della famiglia, Massimo Proietti, il quale anticipa che solleverà una questione di legittimità costituzionale.
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