Conosciuto con il soprannome che la stampa gli aveva dato, il "papà killer", Vittorio Visentin, 68enne di Schio (Vicenza), è morto per un male incurabile.

Nel marzo 1984 tutti avevano parlato di lui perché aveva ucciso, con un ferro da stiro e un mattone, le sue tre figliolette di 8, 5 e 1 anno.

Uscito dal manicomio criminale quattro anni dopo, era tornato a vivere insieme alla moglie e aveva cominciato a frequentare i Testimoni di Geova.

LA TRAGEDIA - 7 marzo 1984, è l'alba: Visentin, 36 anni, operaio, alle spalle un passato da ufficiale di Marina, si alza dal letto, sembra in preda a un raptus: afferra un martello e colpisce la moglie alla testa, ferendola; va nella cameretta delle sue bimbe e fa una strage.

Valentina, un anno, viene ammazzata a colpi di mattone, mentre Cinzia, 4 anni, e Sara di 8 vengono massacrate con un ferro da stiro.

Poi si cambia e fugge in auto; viene rintracciato una settimana dopo a Costabissara.

LA MALATTIA - Non ha mai spiegato quello che era accaduto: condannato a 10 anni di manicomio giudiziario, esce quattro anni dopo poiché gli viene riconosciuto il vizio totale di mente; la moglie, rimasta ferita dalla sua aggressione, lo accoglie in casa e lo accudirà fino alla morte.
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