Dpcm, Regioni: "Stupore e rammarico". Il Pd: "Consentire spostamenti tra comuni"
La rivolta delle Regioni contro il decreto, anche il Pd e Italia Viva chiedono modifichePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Non solo le Regioni che era prevedibile, ma anche Italia Viva e parte del Pd criticano alcuni contenuti del decreto firmato da Mattarella e del Dpcm che il premier Conte firmerà entro sera.
Quella della Conferenza delle Regioni è una bocciatura su tutta la linea, a partire dal metodo.
"Stupore e rammarico per il metodo con cui il governo ha approvato il decreto che fissa le regole per gli spostamenti a Natale", afferma la Conferenza delle Regioni, sottolineando che le "forti limitazioni imposte a spostamenti e relazioni sociali dal 21 dicembre al 6 gennaio rendono di fatto pleonastico il pronunciamento su parti essenziali del Dpcm". I governatori contestano il "mancato confronto istituzionale" e sottolineano che nei provvedimento "non si fa riferimento alcuno ai ristori promessi".
"Stupore incomprensibile, sapevate", è la replica del ministro Boccia.
Il decreto, sostengono i governatori, "è stato approvato in assenza di un preventivo confronto tra le Regioni", metodo che "contrasta con lo spirito di leale collaborazione sempre perseguito nel corso dell'emergenza".
Un mancato confronto che "non ha consentito di portare all'individuazione delle soluzioni più idonee per contemperare le misure di contenimento del virus e il contesto di relazioni sociali e familiari tipiche delle festività natalizie".
IL PD - Venticinque senatori del Pd (su un totale di 35) hanno scritto una lettera al capogruppo Andrea Marcucci per chiedergli di "attivarsi con il governo affinché lo spostamento tra comuni il 25, 26 dicembre e 1 gennaio possa avvenire, per consentire a persone che vivono in comuni medio-piccoli di ricongiungersi per poche ore con i familiari che abitano in altri comuni".
Sulla stessa linea Italia Viva, molto critica nei confronti di questa parte del provvedimento. Di qui l'appello di Marcucci: "Conte cambi le norme sbagliate inserite nel decreto sulla mobilità comunale, lo chiedono le Regioni e 25 miei colleghi senatori del Pd. Non è una questione di poco conto, riguarda milioni di famiglie che abitano in zone limitrofe, divise solo dai confini del proprio comune. Bisogna rendere possibili i ricongiungimenti familiari e affettivi anche solo per poche ore, e non discriminare tra attività economiche di città e di Paese".
(Unioneonline/L)