Entro la fine della legislatura – dunque entro il 2027 – il Governo punta a individuare il sito che ospiterà il deposito nazionale delle scorie nucleari tra le 51 località individuate dalla Sogin (la società pubblica per lo smantellamento delle centrali), in Sardegna, Piemonte, Lazio, Basilicata, Puglia e Sicilia.

Lo ha detto il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, illustrando quali sono gli obiettivi dell’esecutivo in materia di energia nel corso di una intervista a Radio 24.

Sempre entro questa legislatura, ha spiegato il ministro, il governo Meloni vuole varare tutta la normativa necessaria per reintrodurre il nucleare in Italia.

Questo perché – ha aggiunto - «i primi reattori a fissione di quarta generazione, quelli su cui punta l'esecutivo, dovrebbero andare in produzione alla fine del decennio». E per quella data, il governo vuole avere pronto il quadro giuridico per installarli e farli funzionare.

Pichetto Fratin ha sottolineato più volte che non si vuole tornare alle grandi centrali, come in Francia, ma puntare sugli «small modular reactors»: in pratica, motori di sommergibili chiusi dentro cilindri di metallo, economici e facili da costruire e da gestire. Quattro moduli da 100 megawatt, installati insieme, forniscono l'elettricità di una centrale a gas.

Secondo Pichetto, potrebbero essere direttamente i consorzi industriali a farsi la «loro» centrale. Ma i tempi per avere i piccoli reattori modulari, ha spiegato oggi il ministro, «sono 2, 3, 4 anni, il prodotto non c'è ancora. Si parla di avere le condizioni di produzione di questi piccoli reattori alla fine di questo decennio. Vuol dire che in questa legislatura dobbiamo avere tutto a posto» dal punto di vista giuridico».

In quest’ottica, Pichetto il 27 aprile scorso ha incaricato il giurista Giovanni Guzzetta di di costituire un gruppo di lavoro per ridisegnare tutta la normativa sul nucleare in Italia, in vista del ritorno delle centrali atomiche nel nostro Paese. 

(Unioneonline/l.f.)

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