“Contro le bombe e le manganellate”. Ad una settimana dalle cariche di Pisa gli studenti di tutta Italia sono tornati in piazza per manifestare solidarietà e vicinanza al popolo palestinese. Questa volta, però, le voci dei ragazzi e delle ragazze hanno intonato anche cori e slogan contro quanto avvenuto venerdì scorso nel capoluogo toscano.

I riflettori della protesta sono stati, ovviamente, tutti rivolti verso Pisa, dove in migliaia sono scesi in piazza per chiedere il cessate il fuoco a Gaza sventolando bandiere della pace e palestinesi. Nonostante il clima di tensione della vigilia, il corteo si è chiuso senza alcuna problematicità, così come avvenuto in tutte le altre piazze d'Italia. Alla manifestazione, scandita da continui slogan contro "Israele fascista e terrorista", hanno preso parte alcuni esponenti del Pd e della sinistra, compreso il presidente della provincia, il dem Massimiliano Angori.

A Firenze, invece, qualche centinaio di studenti si è ritrovato davanti al consolato statunitense, protetto da transenne, prima di partire in corteo per le strade della città. Su un lungo striscione l'appello a "fermare il genocidio a Gaza" e al "cessate il fuoco". Il numero di manifestanti è poi aumentato a circa mille persone e il corteo si è diretto sui lungarni. La manganellate di Pisa, stigmatizzate dallo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non hanno dunque scoraggiato la protesta. Manifestazioni, infatti, sono state organizzate da Nord a Sud. A Roma gli studenti hanno esposto la foto del presidente israeliano Benjamin Netanyahu e della premier Giorgia Meloni imbrattata con impronte della mani verniciate di rosso, a significare il "sangue dei palestinesi". Con il suono delle bombe a risuonare nelle casse, il corteo ha attraversato le strade della Capitale per concludersi davanti all'università La Sapienza dove gli studenti hanno intonato Bella Ciao.

In 1.500, invece, si sono ritrovati a Milano per il ventunesimo corteo pro-Palestina sotto lo slogan "Fermiamo il genocidio, salviamo Gaza". Prima della partenza, i manifestanti si sono raccolti in un minuto di silenzio per commemorare i morti del "massacro della farina", che ha visto "150 uccisi e più di mille feriti" solo perché "volevano recuperare qualcosa per dar da mangiare ai propri figli". Non sono mancati anche qui slogan contro Meloni e Biden.

(Unioneonline/D)

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