Il decreto rave diventa legge grazie all'escamotage della "ghigliottina" che ha bypassato il lungo ed estenuante dibattito parlamentare per andare subito al voto finale (183 sì, 116 no).

Plateale alla Camera la protesta dei deputati Pd, che hanno sventolato la Costituzione. Ma le critiche dem hanno riguardato anche «le norme sbagliate no-vax» contenute nel decreto, come le regole meno stringenti sui sanitari non vaccinati, sull'isolamento o sui Green pass per le visite nelle strutture sanitarie.

La ghigliottina - o tagliola o mannaia - è l'espediente traumatico, ma necessario, per chiudere nei tempi un decreto che ha creato non poche frizioni. Non solo quelle scontate fra maggioranza e opposizione. Anche in Forza Italia c'è chi ha criticato le norme sul Covid e dai tabulati è trapelato qualche maldipancia: non hanno partecipato al voto 13 deputati di FI su 44 (4 di loro erano giustificati, perché in missione). 

LE MISURE – Il provvedimento prevede nuove misure che riguardano gli operatori della sanità. La scadenza dell'obbligo vaccinale per loro era fissata al 31 dicembre, ora viene anticipata al primo novembre consentendo a chi si era rifiutato di vaccinarsi di rientrare al lavoro. Inoltre, a partire dalla sua entrata in vigore e fino al 30 giugno 2023, sospende le multe da 100 euro con cui sono state sanzionate le persone con più di 50 anni che non hanno rispettato l'obbligo vaccinale.

Quanto all’uso del Green pass è stato deciso di annullare l'obbligo di effettuare un test rapido o molecolare alla prima comparsa dei sintomi e per uscire dall'isolamento dopo aver contratto il Covid-19. Allo scadere di 5 giorni sarà quindi possibile tornare a svolgere le normali attività. Allo stesso modo è stata ridotta anche la durata del regime di auto-sorveglianza per chi è entrato in contatto con persone positive. Il termine dei 10 giorni è stato diminuito a 5, sempre con l'obbligo di indossare la mascherina Ffp2 in caso di assembramenti, e non sarà nemmeno più obbligatorio sottoporsi a tampone una volta finito il periodo di auto-sorveglianza.

Abrogate anche le misure che consentivano l'accesso alle strutture residenziali, socio-assistenziali, sociosanitarie e hospice nonché nei reparti di degenza delle strutture ospedaliere, come visitatori o accompagnatori, solo alle persone munite di Green pass. Abrogato anche l'obbligo del certificato verde per gli accompagnatori in sale d’attesa di dipartimenti d'emergenza e pronto soccorso, come pure l'obbligo di sottoporsi al test antigenico rapido o molecolare per l'accesso alle prestazioni di pronto soccorso. 

L’ALLERTA – Se il dl rave allenta le restrizioni, anche se gli ultimi dati confermano un ulteriore calo degli indicatori epidemici - da Rt a incidenza - e dell'occupazione ospedaliera, il ministero della Salute alza l'allerta: la pandemia di Covid-19 è «imprevedibile» ed è dunque prioritario «prepararsi», anche per fare fronte all'aumento della domanda di assistenza per il contemporaneo dilagare dell'influenza stagionale.

Con una circolare (“Interventi in atto per la gestione della circolazione del SarsCoV2 nella stagione invernale 2022-23”) vengono messe in allarme le Regioni e si fornisce una sorta di piano dando indicazioni precise in caso di peggioramento della situazione epidemiologica, a partire dall'uso delle mascherine al chiuso, incentivazione dello smart working e riduzione degli eventi di massa.

MASCHERINE - L'utilizzo «è efficace nel ridurre la trasmissione dei virus respiratori e nel caso in cui si documentasse un evidente peggioramento epidemiologico con grave impatto clinico e/o sul funzionamento dei servizi assistenziali, potrebbe essere indicato il loro utilizzo in spazi chiusi, finalizzato in particolare a proteggere le persone ad alto rischio di malattia grave». Al momento in Italia l'uso di dispositivi di protezione delle vie respiratorie è obbligatorio per i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie e Rsa. La circolare invita anche a garantire «un'adeguata ventilazione negli ambienti chiusi».

LAVORO AGILE E ASSEMBRAMENTI – «Nel caso di un eventuale sensibile peggioramento del quadro epidemiologico, si potrà valutare l'adozione temporanea di altre misure, come il lavoro da casa o la limitazione delle dimensioni degli eventi che prevedono assembramenti».

TAMPONI E SEQUENZIAMENTI – «Rafforzare i sistemi di sorveglianza e aumentare i sequenziamenti genomici per rilevare nuove varianti del virus SarsCoV2. Fortemente raccomandato, perlomeno in ospedali e pronto soccorso, raccogliere campioni da sottoporre a test molecolare, per garantire in ogni Regione un numero minimo di campioni da genotipizzare».

VACCINI – Il ministero raccomanda la vaccinazione anti-Covid nella stagione invernale 2022-2023, con l'obiettivo di «continuare a mettere in sicurezza prioritariamente anziani e fragili, proteggendoli dalla malattia grave e dall'ospedalizzazione». Si raccomanda la somministrazione delle quarte dosi con i vaccini bivalenti alle categorie a rischio, e un'ulteriore dose di richiamo con vaccino a m-RNA nella formulazione bivalente «è attualmente raccomandata alle seguenti categorie di persone che hanno già ricevuto una seconda dose di richiamo con vaccino a mRNA monovalente, una volta trascorsi almeno 120 giorni dalla stessa o dall'ultima infezione: persone dagli 80 anni in su, ospiti Rsa, persone dai 60 anni in su con fragilità».

OSPEDALI - Per l'inverno 2022-23, è «indispensabile che i servizi sanitari regionali verifichino e, se necessario, rafforzino lo stato di preparazione al fine di fronteggiare un eventuale aumento della domanda di assistenza per i casi di SarsCoV2»: verifica dei posti letto in ricovero e terapia intensiva; l'approvvigionamento di dispositivi, farmaci, vaccini; la disponibilità di personale sanitario formato che «possa supportare reparti e servizi territoriali nel caso di un aumento dei casi tale da superare l'attuale capacità dei sistemi assistenziali».

(Unioneonline/D)

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