Il Tar del Lazio, accogliendo un ricorso del Comitato Cura Domiciliare Covid-19 (Cdc-19), ha annullato la circolare del ministero della Salute in cui si prevede la “vigilante attesa” nei primi giorni della malattia e pone indicazioni di non utilizzo dei farmaci, se non la somministrazione di Fans e Paracetamolo.

La nota ministeriale, si legge nel documento del Tar, “si pone in contrasto con l’attività professionale così come demandata al medico nei termini indicati dalla scienza e dalla deontologia professionale”.

Per il Tar, "la prescrizione dell'Aifa, come mutuata dal Ministero della Salute, contrasta, con la richiesta professionalità del medico e con la sua deontologia professionale, imponendo, anzi impedendo l'utilizzo di terapie da questi ultimi eventualmente ritenute idonee ed efficaci al contrasto della malattia".

In conclusione "il contenuto della nota ministeriale, imponendo ai medici puntuali e vincolanti scelte terapeutiche, si pone in contrasto con l'attività professionale così come demandata al medico dalla scienza e deontologia professionale".

"Le scelte terapeutiche sono da sempre un dovere e un diritto dei medici, eppure chi ha curato a casa è stato ingiustamente bistrattato e accusato più volte di agire in malafede - ha dichiarato la portavoce di Cdc-19, Valentina Rigano - Questa decisione cristallizza una volta per tutte quale sia il ruolo del medico di medicina generale, ovvero agire e non lasciare i malati Covid ad attendere l'evolversi della malattia".

Giorgia Meloni chiede le dimissioni di Speranza: "Dopo due anni di fallimenti conclamati la sentenza del Tar del Lazio mette una pietra tombale sull'operato del Ministro Speranza, che ha la grande responsabilità di non aver mai voluto ascoltare le numerosissime esperienze cliniche portate dai medici di base. È chiaro che Speranza non può rimanere un minuto di più, Mario Draghi e le forze di maggioranza prendano atto del fallimento".

I MEDICI – Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg), dice che il Tar “ha ragione quando ribadisce la libertà del medico di poter prescrivere i farmaci necessari”.

Ma mette in guardia: “Nella prescrizione dei farmaci il medico deve attenersi alle raccomandazioni presenti e alle buone pratiche cliniche che obbligano a prescrivere in una prima fase farmaci sintomatici e non altri medicinali come antibiotici, anticoagulanti e cortisonici che vanno prescritti in caso di peggioramento e ricovero ospedaliero”.

"Ribadiamo - spiega Cricelli - che nel trattamento di 'vigilante attesa' vanno prescritti solo farmaci sintomatici contro febbre e dolori, ovvero paracetamolo e fans; altre tipologie di farmaci non sono indicate dalle raccomandazioni attuali, e non è dunque indicato l'impiego, tra gli altri, di cortisonici e antibiotici".

La “vigilante attesa”, chiarisce inoltre il presidente Simg, "è un concetto utilizzato in medicina che indica uno stato di osservazione attiva in cui il medico aspetta di vedere se c'è un'evoluzione peggiorativa dei sintomi. Non significa non somministrare farmaci se il medico ritiene che siano utili, ma non è neanche scontato che i farmaci vadano somministrati". 

In sostanza, ok prescrivere farmaci. Ma evitare quelli come idrossiclorochina o ivermectina, di cui spesso e volentieri sono fautori i no vax.

(Unioneonline/L)

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