«Un evento repentino e improvviso. Probabilmente i passeggeri stavano dormendo, per questo sono rimasti in cabina. Su questo stiamo ancora indagando in base al racconto dei superstiti».

Lo riferisce il pm di Termini Imerese Raffaele Cammarano che coordina le indagini sul naufragio del Bayesian, lo scafo di lusso diventato una trappola per sette persone che hanno perso la vita.

«Al momento – ha detto stamani il pm - non abbiamo la certezza che ci sia una scatola nera. In questa fase si era puntato sulla ricerca. Dobbiamo attendere il recupero del veliero. Non possiamo confermare se c'erano i portelloni aperti. Non vi saranno dichiarazioni su quello che al momento hanno visto i sommozzatori. Possono essere informazioni che devono essere confermare da una seconda verifica».

Il veliero, ha aggiunto, «è stato investito da un downburst», si tratta di forti raffiche di vento discensionali con moto orizzontale in uscita dai temporali. Possono raggiungere velocità anche superiori ai 100 km orari.

Quando è avvenuto il nubifragio in plancia c’era un uomo dell’equipaggio, ha detto ancora il pm, sottolineando che «l’attività di indagine è tesa a capire cosa sia successo». Nessun dubbio sul fatto che le due imbarcazioni (un altro veliero quella notte è affondato, ma i naufraghi sono stati soccorsi) potessero stare in rada in quella zona, «del resto per quella sera non c’era un’allerta di burrasca».

Il fascicolo, per ora a carico di ignoti, è aperto con le ipotesi di reato di naufragio colposo e omicidio colposo: «Potrebbe anche essere possibile che iscriviamo nel registro gli eventuali indagati prima del recupero del veliero», ha riferito il procuratore capo Ambrogio Cartosio. Il magistrato ha precisato che l’equipaggio «non deve restare in Sicilia, non c’è alcun obbligo di legge e i membri sono liberi di lasciare la Sicilia, ma devono dare la massima disponibilità per essere risentiti».

(Unioneonline/L)

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