Andrea (nome di fantasia) ha cinque anni e va in classe, in una scuola privata del Napoletano, con altri quindici bambini. Ma sarà l'unico a non partecipare alla recita di Natale.

Lo ha deciso l'insegnante, che ha depennato il suo nome dalla lista dei bimbi che prenderanno parte alla rappresentazione natalizia.

Il motivo? Il piccolo è affetto da iperattività regressa con ritardo cognitivo e sospetto autismo (sono in corso gli accertamenti dei medici). E quindi "non parla, non sta in fila e non partecipa", si è sentita dire la mamma dalla maestra: "Mi ha detto che voleva parlarne con me ma dopo averlo escluso a priori dalla lista dei partecipanti".

Oltre al danno anche la beffa, perché la mamma di Andrea aveva già pagato la piccola quota per i dolci e i regali al personale scolastico. Ma soprattutto è venuta a sapere dell'esclusione del figlio dal gruppo WhatsApp delle mamme.

"Lo so che il mio piccolo non avrebbe partecipato - ha detto, in lacrime - so che non parla e non riesce a stare in fila, non c'era bisogno che lo sottolineasse la maestra, ma per me era importante anche solo vedere il suo nome su quella lista e vederlo quel giorno lì, a saltare e divertirsi a modo suo, a vedere quel suo sorriso dolce, sogno infranto da chi lo ha emarginato invece di integrarlo".

Interpellata dai genitori, la preside si è giustificata dicendo che il bambino non è stato ancora inserito nella legge 104 e non ha l'insegnante di sostegno, perciò è difficile gestirlo.

"È vero, Andrea non ha la 104 e l'insegnante di sostegno - spiega la madre - ma questo lo sanno benissimo poiché sono in possesso della diagnosi funzionale e di tutte le certificazioni ufficiali, anche della struttura dove il bambino è in cura e, soprattutto, poiché il piccolo non è autosufficiente, oltre alla retta ricevono un extra per assisterlo nei suoi bisogni primari".

(Unioneonline/D)
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