Arriva oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri la norma transitoria per l'assegno unico, che disciplinerà la misura per le famiglie a partire da luglio 2021. Prenderà la forma di decreto legge-ponte e coprirà il periodo che va da luglio a dicembre per arrivare a regime dal gennaio del 2022, secondo il progetto voluto dal ministro per la Famiglia e le Pari opportunità, Elena Bonetti, e messo a punto con il ministero dell’Economia, Daniele Franco con il beneplacito del presidente del Consiglio, Mario Draghi.

L'assegno dovrebbe andare, in particolare, a chi oggi non ha accesso ad assegni familiari, come i lavoratori autonomi e i disoccupati. Dal 2022 l'assegno unico è invece previsto per tutti.

La misura valida da luglio a dicembre 2021 prevede da un minimo di 30 euro a un massimo di 217,8 euro al mese per ciascun figlio. A quanto si legge in una bozza, ne avranno diritto i nuclei fino a 50mila euro di Isee. Le famiglie con Isee fino a 7000 euro avranno 217,8 euro a figlio se hanno almeno 3 figli. 50 euro in più sono previsti per ciascun figlio disabile. Potrà accedervi chi paghi le tasse in Italia e sia qui residente da almeno 2 anni: sono ammessi cittadini italiani e Ue e titolari di permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca almeno semestrale. 


L’obiettivo della riforma dell’assegno unico è dare un aiuto concreto alle famiglie con figli e soprattutto alle giovani coppie con redditi più bassi, anche allo scopo di invertire la tendenza ormai ultradecennale del calo della natalità nel Paese. La legge delega votata dal Parlamento prevede che l’assegno venga erogato con continuità già dal settimo mese di gravidanza fino alla maggiore età del figlio e anche dopo, fino ai 21 anni, per motivi di studio.

Nel periodo "di prova” da luglio a dicembre, secondo le stime del governo, a usufruire del nuovo assegno saranno circa 1,8 milioni di famiglie (con 2,7 milioni di figli minori).

(Unioneonline/v.l.)

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