Sono rientrati dal Sudan 96 italiani, a bordo di due aerei atterrati ieri sera all’aeroporto di Ciampino. Ad attenderli sulla pista il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Incubo finito dunque per i nostri connazionali che si sono trovati in mezzo a una guerra civile che sta devastando il Paese africano, in particolare la capitale Khartoum.

Segni di ok e gesti di saluto all’atterraggio: «Tutto bene, stiamo bene», hanno detto.

«Felice e orgoglioso di accogliere i connazionali di rientro dal Sudan. Operatori umanitari, diplomatici e militari che con impegno e dedizione ancora una volta hanno fatto onore all'Italia. Grazie all'Unità di crisi, al ministero della Difesa e a Palazzo Chigi», ha commentato Tajani.

«Una liberazione. Ho avuto un po' di paura ma sono contenta di essere a casa, ringrazio tutti per gli sforzi. Non so se tornerei in Sudan», ha detto Costanza Matafù, 34 anni, di Messina, appena scesa dal volo arrivato a Ciampino. «Abbiamo visto la morte attorno a noi - ha aggiunto la ragazza - ma ora siamo al sicuro. Li è molto pericoloso. Abbiamo sentito rumore di bombe e di spari. Non me l'aspettavo. Avevamo sentito di soldati ma non pensavamo che sarebbe successo questo. Siamo scioccati, non avevamo mai vissuto una simile esperienza».

Anna invece viveva a Khartoum «da una vita - racconta -, una situazione indescrivibile. Sono molto triste per chi rimane. Siamo stati aiutati dall'ambasciata, non è stato difficile. Noi lì abbiamo un ristorante italiano, una parte di casa nostra è stata colpita. Allora ci siamo rivolti all'ambasciata, ci hanno aiutati».

«È successo tutto in poche ore», afferma invece Francesco Cirelli, romano di 74 anni, pensionato del settore del petrolio. Viveva a Khartoum nel quartiere Kafuri con la moglie medico. Trova anche la forza di scherzare: «Il campo a Gibuti ci è sembrato il villaggio vacanze». Francesco riferisce di una «sensazione di pericolo, senti gli spari vicini, e poi bombe, aerei, la contraerea… L'ambasciata l'ho contattata io con un numero speciale. Era già chiusa, assieme agli altri punti strategici come i palazzi presidenziali. La maggior parte del fuoco era li».

Il segretario di Stato americano Antony Blinken ha intanto annunciato che i generali in guerra nel Sudan hanno concordato un cessate il fuoco di tre giorni a partire dalla mezzanotte di oggi, dopo che le precedenti offerte per sospendere il conflitto sono rapidamente fallite. «A seguito di intensi negoziati nelle ultime 48 ore, le forze armate sudanesi (Saf) e le forze di supporto rapido (Rsf) hanno concordato di attuare un cessate il fuoco a livello nazionale a partire dalla mezzanotte del 24 aprile, per una durata di 72 ore», ha affermato.

(Unioneonline/L)

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