Cacciata di casa perché ama una donna.

E' successo a Malika, una ragazza di 22 anni di Castelfiorentino, provincia di Firenze. E la procura apre un'inchiesta per violenza privata.

La giovane, che viveva con i genitori e il fratello più grande di tre anni, aveva confessato alla famiglia di essere omosessuale con una lettera. Apriti cielo. La reazione è stata violentissima, con la madre che ha iniziato a inondarla di messaggi pieni di insulti e anche minacce: "Mi fai schifo, se ti vedo t'ammazzo, spero ti venga un tumore", e giù con questo tono inaccettabile e condiviso anche dagli altri familiari.

Ma non è finita lì, i genitori hanno cambiato la serratura della porta di casa, lasciandola fuori. A quel punto sono intervenuti i militari e la ragazza, traumatizzata, ha trovato il coraggio di fare denuncia per violenza privata e inosservanza degli obblighi di assistenza familiare. Il pm Giovanni Solinas ha delegato accertamenti per stabilire se siano stati commessi reati.

IL SINDACO INTERVIENE - Il sindaco del Comune, Alessio Falorni, ha definito la vicenda "inaccettabile per una città come la nostra. Tenterò con tutti i mezzi a mia disposizione di darle una mano. Come sindaco, non permetterò mai che una persona possa essere discriminata in questo modo".

La ragazza a quanto si è appreso si è messa in contatto con lui, e non solo lei: "Ho ricevuto decine di manifestazioni di disponibilità da parte di cittadini - ha spiegato Falorni - per fornire aiuti di ogni tipo alla ragazza, e le manifestazioni di solidarietà ricevute non lasciano spazio a dubbi circa quali siano i valori che condividiamo e che vanno difesi. Vi ringrazio profondamente, come cittadino, come Sindaco".

IL DDL ZAN - "Questo è ciò che quotidianamente vivono sulla propria pelle tante, troppe, persone, la cui unica 'colpa' è amare. Persone che lo Stato ha il dovere di aiutare, sostenere e difendere", commenta il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni.

"Da mesi Lega e FdI fanno ostruzionismo - prosegue il leader di Sinistra italiana - per impedire che la proposta di legge Zan venga discussa e approvata anche in Senato. Oltre a punire l'omobitransfobia, la legge prevede il finanziamento dei centri antiviolenza, per fornire assistenza alle vittime di reati di odio, violenza e discriminazione. Secondo Meloni e Salvini non è una priorità. Lo dicano a questi due ragazzi, se ne hanno il coraggio. Serve in Italia - conclude Fratoianni - una legge di civiltà e dignità per tutte e tutti noi. Va approvata subito".

(Unioneonline/D)
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