Alle 17.30 del 17 febbraio 1992 Mario Chiesa, presidente socialista del Pio Albergo Trivulzio, veniva arrestato in flagranza di reato mentre intascava una mazzetta da 7 milioni versata dal titolare di un’impresa di pulizie. Da quel momento ebbe inizio Mani Pulite, la più grande indagine giudiziaria sulla corruzione mai svolta in Italia.

Coordinata dalla Procura guidata da Francesco Saverio Borrelli e dall'aggiunto Gerardo D'Ambrosio e assegnata in prima battuta ai pm Antonio Di Pietro, Piercamillo Davigo e Gherardo Colombo, l'inchiesta mandò a gambe all’aria l'intero Paese e ridisegnò la geografia politica italiana, spazzando via Psi e Dc e non risparmiando neanche altri partiti.

Gherardo Colombo e Antonio Di Pietro (Ansa)
Gherardo Colombo e Antonio Di Pietro (Ansa)
Gherardo Colombo e Antonio Di Pietro (Ansa)

Dopo quella milanese, una settantina di procure in tutta Italia avviarono inchieste sulla corruzione nella pubblica amministrazione. Furono coinvolti leader politici, ministri e manager ma anche grossi gruppi come la Fiat, l'Eni, la Montedison, l'Enel, l'Olivetti e anche il gruppo Fininvest.

Una stagione in cui si sono mescolati le speranze di una società rigenerata e il senso di giustizialismo, in cui sono andati in scena i processi spettacolo e un braccio di ferro tra politica e magistratura, che ha messo fine alla Prima Repubblica ma non al malaffare. 

(Unioneonline)

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