Calato il sipario sulla edizione numero 369 della festa, il cocchio dorato è tornato nella sua "stanza segreta" così come la statua di sant'Efisio, dopo i trionfi di fede e di colori, è stata ricollocata nella sua nicchia foderata di velluto rosso nell'altare di destra della sua chiesa di Stampace. «Passau su santu, passara sa festa», amano ripetere i vecchi cagliaritani, con una punta di nostalgia.

Ma se lo sguardo è già proiettato verso la prossima, rotonda, edizione numero 370, confratelli e consorelle devono fare i conti con un problema non da poco: le condizioni di salute dell'antico simulacro, uscito malconcio dalla trasferta di quest'anno. Una statua che, nonostante le cure e le attenzioni, mostra in pieno anche "anni e malanni" della sua veneranda età.

La mutilazione dell'indice della mano destra di quest'anno non è che l'ennesimo "incidente di percorso" del secentesco simulacro di sant'Efisio occorso durante la processione votiva di maggio. Le radiografie in occasione dell'ultimo restauro del 2010 svelano, impietosamente, lo stato di salute del prezioso legno, a cominciare proprio da quella mano destra "incriminata". 

Da diversi anni, la Soprintendenza ha più volte "richiamato" l'Arciconfraternita del Gonfalone, in qualità di proprietaria della statua e garante del culto e della devozione a sant'Efisio, a un controllo più attento e severo soprattutto nei tanti (troppi?) spostamenti e trasferimenti effettuati nel corso della processione votiva di maggio. E la decisione più radicale potrebbe essere quella, d'ora in avanti, di portare in processione una copia del simulacro.

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