È morto ieri mattina, alle 9, schiacciato da un macchinario che utilizzava da tempo per produrre travi in cemento. Roberto Usai avrebbe compiuto 22 anni a dicembre.

Sarà l'inchiesta affidata al sostituto procuratore Emanuele Secci a chiarire le cause dell'ennesimo incidente sul lavoro avvenuto in questo autunno in Sardegna. Usai, di Villanova Tulo, lavorava nella "Demuro srl", azienda che produce prefabbricati in cemento e ha la sua sede nella zona industriale di Perd'e Cuaddu in agro di Isili. Per cause ancora da accertare è stato schiacciato da un macchinario che l'ha colpito tra la testa, il petto e le braccia.

Un errore umano o un guasto tecnico, saranno gli esperti a chiarire la dinamica dopo i rilievi di legge e dopo aver ascoltato le testimonianze dei colleghi sotto shock ieri mattina. Sono stati proprio i colleghi del giovane operaio ad allertare il 118 dopo l'incidente. Purtroppo i soccorsi non hanno potuto fare niente, quando sono arrivati Roberto Usai era già senza vita.

Sul posto anche i carabinieri della Compagnia di Isili guidati dal capitano Elias Ruiu. La salma del ragazzo è rimasta dentro il capannone fino all'arrivo del magistrato e dei tecnici dello Spresal, il servizio di prevenzione e sicurezza sul lavoro, per poi essere spostata al Policlinico universitario di Monserrato per l'autopsia.

I SINDACATI: “STRAGE DA FERMARE” – Si riaccende il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Il segretario regionale della Cgil, Samuele Piddiu, punta subito il dito sul momento particolare attraversato dal Paese: “Quello che emerge è un allentamento dei controlli e una minore attenzione sugli iter da seguire per la salvaguardia dei lavoratori. È come se le aziende, per recuperare le perdite accusate durante la pandemia, volessero ripartire rapidamente mettendo in secondo piano l'obiettivo della sicurezza sul lavoro. Le statistiche dell'ultimo periodo lo confermano individuando in giovani, senza esperienza e formazione, e over 60, fisicamente meno prestanti, i soggetti più a rischio. Siamo quindi convinti che i lavoratori siano vittime di un sistema produttivo che in questo momento di ripresa stia anteponendo la competitività alla salute dei dipendenti”.

(Unioneonline)

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