«Il diritto alla salute è la ragione della nostra lotta, innanzitutto come medici. Nonostante i 40 gradi preannunciati il flash mob è stato un successo».
Così Claudia Zuncheddu, tra le promotrici dell’evento a cui hanno partecipato manifestanti da Alghero, Bosa, Lanusei, Castiadas, Iglesias, Quartu e da altri centri del Campidano. I 30 ciclisti alla partenza, si sono raddoppiati lungo il percorso. 
La manifestazione è stata promossa da Isde Sardegna, Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica, Ordine dei Medici della provincia di Cagliari, Associazione culturale Sa Mata e Life After Oil.
 Sulle due ruote tutte le generazioni, da Angelo Serra, anni 83 e una carriera diplomatica alle spalle, a Pietro Cruccas di anni 80, a un gruppo di bambini di Assemini. Ivan-Luca Melis di Iglesias, 45 anni, malato di sclerosi multipla, ha partecipato con la sua carrozzina.
 Al via i Medici per l’Ambiente di Isde Sardegna e Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica, sempre in prima fila nella lotta per il diritto dei sardi alla Salute e per ribadire lo stop all’inquinamento ambientale. «Più controlli sulle attività inquinanti. Bonifiche subito. Rinaturalizzazione e riconversione dei territori inquinati. Stop allo smantellamento del sistema sanitario pubblico. Accesso alla prevenzione e alle cure con il ripristino e la razionalizzazione dei servizi sanitari territoriali e degli ospedali sardi. Riorganizzazione del personale e rispetto della dignità delle professioni sanitarie». 
In Sardegna la Salute, in termini calcistici, non può essere in retrocessione, è stato detto dai promotori. «È per “La Salute in serie A” che abbiamo sfidato l’allerta meteo lungo un percorso di 16 Km, dall’ex-laveria di Via Coghe ad Assemini, alla Fluorsid. In Sardegna i rischi esistono. Lo attestano i dati dello Studio Epidemiologico dei medici di Isde Sardegna, ma non solo. A riconoscerlo è lo stesso Stato italiano che ha provveduto a perimetrare i siti inquinati da bonificare. Tra Porto Torres e il sud-ovest dell’Isola, un terzo del territorio sardo è inquinato, quindi un sardo su tre vive in habitat che necessitano di bonifiche».
«Non da oggi, personaggi potenti e senza scrupoli, sguazzano in questa Terra», prosegue Claudia Zuncheddu, «dove a loro è consentito di eludere le regole vigenti. Che la vita dei sardi valga poco lo certificano le azioni, le omissioni, i silenzi-assenso della nostra classe politica. Due schieramenti che da decenni si alternano al governo della Sardegna, accomunati da un disegno politico devastante per il diritto alla salute dell’ambiente e delle comunità. Hanno importato e imposto un modello industriale altamente inquinante e nello stesso tempo hanno contribuito allo smantellamento della Sanità pubblica sarda».

(Unioneonline)

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