C’erano, ad Assemini, due bambine con un sogno preciso: confezionare abiti d’alta moda. Ida e Maria Ausilia Porceddu oggi hanno 80 e 85 anni e possono dire di aver realizzato il loro sogno. Anzi, sono andate oltre: hanno avuto la possibilità di scegliere di restare nella loro Assemini e addirittura il coraggio di rifiutare l’invito dello stilista Valentino di lasciare l’Isola per andare a lavorare con lui.

La storia

Le sorelle Porceddu oggi ripercorrono la loro vita. «La seconda guerra mondiale era appena terminata, desideravamo cancellare la distruzione e l’orrore e riportare bellezza nei giorni, sentivamo il bisogno di riappropriarsi della speranza e della fiducia nel domani: sognavano di confezionare abiti che, come un incantesimo, avrebbero reso le donne di nuovo felici e bellissime».

La loro storia di imprenditoria femminile ha il sapore di una favola d’altri tempi. «Assieme a mia sorella Ida, maggiore di cinque anni, abbiamo frequentato l’Azione Cattolica», dice Maria Ausilia, «dalle suore abbiamo imparato a cucire. Poi si sono aperte le porte dell’atelier “La Turineisa” in via Garibaldi a Cagliari, avevo tredici anni. Siamo state accolte non solo per le eccellenti capacità, l’eleganza d’animo era un requisito indispensabile. Noi veniamo da una realtà agropastorale ma i nostri genitori Giovanna e Luigi ci hanno insegnato ad essere garbate, riflettere e stare attente a non ferire la sensibilità degli altri con azioni o parole maldestre. L’attenzione verso gli altri costruisce un mondo migliore, i nostri genitori conoscevano il vero significato di stile e raffinatezza».

Tutte le mattine all’alba le sorelle Porceddu raggiungevano Cagliari in treno e rientravano a casa solo la sera, la notte continuavano a cucire nella camera da letto della nonna Efisia Abis «nel silenzio della notte il rumore della macchina da cucire la cullava, ci fermavano solo per farle una carezza. Ti disturbiamo nonna? No figlie mie è dolce la vostra compagnia».

Il successo

I loro abiti conquistano e assieme alla clientela cresce l’idea di fondare un loro atelier, Maria Ausilia racconta: «Avevo ventitré anni quando chiesi un finanziamento ma il funzionario del Cis mi invitò a desistere. Una ragazza carina come lei ,ma pensi a divertirsi! e poi cosa ha da ipotecare? Io risposi mostrando le mani. Sono le mani la mia ipoteca, se non lavoro come posso divertirmi? Sono riuscita a costruire il mio atelier malgrado il pregiudizio del funzionario. Abbiamo sfilato su palchi importantissimi come l’Ariston a Sanremo, il grande Valentino si interessò a noi ma io decisi di rimanere in Sardegna accanto alla mia famiglia. Non rifarei nulla in maniera diversa, sento di aver colto tutte le possibilità e di aver fatto sempre la scelta giusta. Sono figlia di un’epoca in cui le donne sceglievano di diventare madri e mogli, abbiamo realizzato abiti da sposa per tantissime ragazze , ma il matrimonio è una missione impegnativa e io ho scelto la libertà. Con ago e filo abbiamo realizzato il nostro sogno di alta moda in Sardegna è stato questo il mio abito più bello».

Angela Caddeo

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