Erano organizzati in tutto: assoldavano gli stranieri per pochi euro, li prendevano dal centro di accoglienza di Monastir e li accompagnavano nelle aziende agricole e vigneti di alcune cantine del sud dell’Isola facendoli lavorare in nero per cinque euro all’ora. Nessuna assicurazione, nessuna tutela sanitaria, anche dieci ore di lavoro nei campi. Il gruppo che sfruttava i migranti è stato bloccato stamattina dalla Polizia, in collaborazione con l’Ispettorato del Lavoro: al termine delle indagini coordinate dal pm Giangiacomo Pilia sono stati eseguiti cinque fermi di indiziato di delitto.

Cinque cittadini pakistani residenti a Cagliari sono stati accompagnati in carcere dopo l’operazione della seconda sezione Criminalità diffusa Squadra Mobile di Cagliari: sono accusati di aver creato un’associazione a delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e allo sfruttamento del lavoro nero, con violazione dei contratti nazionali e delle norme sulla sicurezza del lavoro. Indagati anche altri due pakistani, gli autisti del gruppo. 

La conferenza stampa della squadra Mobile di Cagliari
La conferenza stampa della squadra Mobile di Cagliari
La conferenza stampa della squadra Mobile di Cagliari

I fermi sono scattati perché tre degli indagati stavano per rientrare nel loro Paese: uno sarebbe dovuto partire proprio oggi. Da qui l’urgenza dei provvedimenti. 
Come ricostruito dagli investigatori della Mobile,  coordinati dal dirigente Fabrizio Mustaro, i fermati ogni mattina raggiungevano il centro di accoglienza di Monastir: li facevano salire su due furgoni per portarli nelle aziende agricole.

L’indagine é partita lo scorso giugno dopo la denuncia di uno degli stranieri. «Venivano pagati cinque euro all’ora e gli stranieri dovevano anche organizzarsi per il pranzo», ha spiegato Mustaro. Indagate anche dodici persone riconducibili alle aziende agricole e cantine: utilizzavano i lavoratori sfruttandoli e approfittando del loro stato di bisogno. All’alba di stamattina sono entrati in azione 60 agenti della Mobile, del Reparto Prevenzione Crimine di Abbasanta e del Reparto Mobile di Cagliari. 
I fermati abitavano due a Donori, due a Settimo San Pietro è uno nel centro di accoglienza straordinario. Fornivano anche fatture finte fatte da due società intestate a due indagate. Numerose le intercettazioni telefoniche, le immagini riprese con telecamere nascoste e gps sistemati nei mezzi dell’organizzazione.

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