Dai campi alla vigna del Signore. Una scelta radicale, quella di Mario Meloni: all’età di 49 anni è diventato sacerdote, dimostrando che a qualsiasi età è possibile scegliere la propria strada e realizzarsi. Una vocazione maturata in età adulta, quella di don Mario: nel suo passato, un diploma da perito agrario e anni di lavoro nel settore primario come libero professionista e nell’azienda agraria di famiglia.

Il nuovo sacerdote sangavinese, diventato diacono un anno fa, è stato consacrato sacerdote nella chiesa di Santa Chiara dal vescovo della diocesi di Ales-Terralba Roberto Carboni alla presenza di numerosi sacerdoti, del sindaco di San Gavino Carlo Tomasi, del maresciallo della stazione dei carabinieri Sergio Passalacqua, di tanti amici e parenti. Don Mario opererà a Gonnosfanadiga, dove è stato nominato vicario della parrocchia del Sacro Cuore diretta da don Giorgio Lisci e sarà collaboratore delle parrocchie di Santa Barbara e della Beata Vergine di Lourdes.

Un percorso graduale

Per il nuovo presbitero non c’è stata nessuna folgorazione sulla via di Damasco. Il suo è stato un cammino fatto di scelte continue, e cominciato da giovane: per anni ha frequentato la Gioventù francescana cappuccina nella parrocchia di Santa Teresa, con tanti incontri di formazione, ritiri nell’oasi dei frati a Laconi e in altri conventi francescani della Sardegna. Un passo decisivo l’ha compiuto a 42 anni, come aveva raccontato quando era diventato diacono: «Dopo una vita normalissima fatta di lavoro, amicizie, svago, innamoramenti sentivo che restava una parte profonda di me che non riuscivo a capire né colmare. Poi il Signore ha iniziato a parlare a voce più alta nella mia vita vincendo la mia sordità e le paure. Mi sono scoperto in Gesù figlio amato: Dio ha tessuto un filo rosso che ha attraversato tutta la mia vita, facendo di tutte le esperienze vissute un trampolino di lancio per poter camminare con Lui con tutto me stesso».

Seguendo quel filo rosso don Mario Meloni si è rimesso in gioco e, dopo tanti anni, è ritornato sui libri non per specializzarsi nel settore agrario ma per studiare filosofia e teologia a Cagliari, alla Facoltà teologica della Sardegna. Il cammino è maturato nel seminario di Cagliari insieme a persone di tutte le età.

La chiamata

Il vescovo Roberto Carboni ricorda come la chiamata di Mario Meloni al ministero presbiterale si intrecci con una storia personale non scontata: «La scelta di Mario si potrebbe definire una vocazione in età adulta, che arriva come prima sintesi di un percorso personale spirituale, dopo anni di studio e lavoro. Una vita simile a quella di tanti giovani, con gli interessi, il lavoro, i divertimenti, ma ad un certo punto in questa vita ordinaria entra lo straordinario, la presenza del Signore Gesù che chiama, che chiede di aderire a quell’invio in missione come ha chiesto ai suoi discepoli».

L’esempio francescano

«La parrocchia di origine di Mario – fa notare il vescovo – è intitolata a santa Chiara, che insieme a san Francesco ha riservato al mistero eucaristico parole profonde di adorazione». E proprio come il poverello d’Assisi che aveva lasciato tutte le sue ricchezze tra lo stupore generale, don Mario Meloni ha fatto una scelta non comune che per molti è controcorrente: «Le vocazioni adulte in Sardegna e in seminario – aveva aggiunto dopo la nomina a diacono – sono numerose. Il mio futuro è totalmente nelle mani di Dio. Nella mia miseria l’unico progetto è cercare di seguirlo e farmi suo testimone con la vita, conscio di essere peccatore.Molte volte ho sperimentato la bellezza delle sue sorprese. Attendo tutte quelle che vorrà riservarmi».

Gigi Pittau

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